Adozione Internazionale. L’importanza del nome del figlio

A differenza di altre forme di genitorialità, qui il nome non è solo una scelta dei genitori, ma parte di un processo identitario delicato. È una scelta che resta per sempre e che, per questo, va ponderata con cura

La Convenzione dell’Aja invita a preservare, per quanto possibile, l’identità e il passato del bambino, affinché possa ritrovare la dignità di essere figlio in continuità — e non in rottura — con ciò che ha vissuto prima.
Il tema è delicato. Da una parte ci sono linee guida e normative internazionali, recepite anche dal nostro Paese, a tutela dei minori. Dall’altra c’è la vita reale, fatta di esperienze, pratiche quotidiane, storie uniche… e situazioni che richiedono attenzione, ascolto e flessibilità.

Le storie di Ai.Bi

Non è intenzione di Ai.Bi. Amici dei Bambini fornire regole rigide o uniformanti. In oltre quarant’anni di attività, l’ente ha accompagnato moltissimi casi diversi e ciascuno ci ha insegnato qualcosa.Come quello di una bambina del Perù fin dalla sera dell’incontro con i suoi nuovi genitori, chiese di essere chiamata con un nome che le ricordava l’unica parente che le era sempre stata accanto nel nucleo d’origine.
O ancora quello di un bambino cileno che chiese al giudice di modificare il proprio nome nella sentenza, scegliendo quello dell’educatore che più lo aveva amato e accudito. La scelta aprì un confronto in sede giudiziaria, ma alla fine quel nome è entrato nei documenti ufficiali. Ci sono poi casi più complessi: bambini con nomi impronunciabili per la lingua italiana (pensiamo a certi nomi provenienti dallo Sri Lanka, lunghi e fitti di consonanti), nomi che nel contesto italiano risultano cacofonici o con significati imbarazzanti, o ancora nomi che evocano situazioni difficili, traumi o abbandoni.
Alcuni bambini hanno scelto di farsi chiamare con il secondo nome, aggiunto al momento del Battesimo. Altri ancora si sono sentiti più sereni scegliendo un nome diverso da quello dato dalla madre biologica. E potremmo continuare.
Il punto, però, è proprio questo: il nome, nel percorso adottivo, è un tema che coinvolge l’intera famiglia — figlio compreso — e merita di essere affrontato con consapevolezza.
A differenza di altre forme di genitorialità, qui il nome non è solo una scelta dei genitori, ma parte di un processo identitario delicato. È una scelta che resta per sempre e che, per questo, va ponderata con cura.

Superare i desideri personali

Capita che i futuri genitori abbiano già in mente un nome, magari quello che avrebbero voluto dare a un figlio biologico. Ma l’adozione ci invita a confrontarci con una persona concreta, con una storia, un passato e un’identità da accogliere, non da cancellare.
L’invito è quindi quello di riflettere con profondità su questo tema, senza lasciarsi guidare da automatismi o desideri personali. E, al contempo, di non sminuire le richieste del bambino, quando presenti.
Nella maggior parte dei casi, mantenere il nome originario è la scelta più rispettosa. Tuttavia, laddove il nome sia legato a esperienze dolorose o traumatiche, si può valutare un cambiamento, con il supporto di professionisti degli Enti autorizzati, sempre nel superiore interesse del minore.
Ciò che conta davvero è la serenità del bambino.

Anna Rossi, psicologa e consulente del Settore Adozioni Internazionali di Ai.Bi. Amici dei Bambini

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chiunque, coppie e single, sia interessato ad avere maggiori informazioni sull’Adozione Internazionale o a intraprendere l’iter adottivo può partecipare ai tanti webinar e corsi organizzati da Ai.Bi. Amici dei Bambini. Per informazioni, contattate l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it, telefonando al numero 02988221 o utilizzando la nostra live chat. Verrai messo direttamente in comunicazione con un nostro operatore.