Adozione internazionale. Per i bimbi meglio mantenere il loro nome o italianizzarlo?

Non so come comportarmi rispetto a un aspetto importante: il nome di mio figlio. Avete qualche indicazione o consiglio da dare in merito? Lo chiedo perché noi siamo dell’idea di mantenere il nome originario, ci sembra un modo per dimostrare rispetto al bambino come persona, come dire una forma di accettazione della sua storia pregressa. Siamo perplessi però se mantenere anche un eventuale nome complicato da pronunciare e quindi difficile da portare per un bambino che poi dovrà sempre ‘spiegare’ quella particolarità. In attesa di ricevere un vostro parere, vi porgo cordiali saluti

Marinella

 

TRASFORINI 400 286Gentile Marinella,

siamo del suo stesso parere. In merito al nome del bambino generalmente noi consigliamo di mantenere quello che è già in possesso del bambino. Oltre che a una forma di rispetto per le sue origini e per la sua storia è anche bene che in una fase di già numerosi cambiamenti, il bambino non si senta privato di una delle poche cose “certe” che fino a quel momento hanno contribuito a definire la sua identità, ovvero il suo nome. Per i bambini è come l’unica loro proprietà, l’unico riferimento che li tiene agganciati al loro Paese di provenienza e alla loro cultura. La decisione ovviamente può essere più o meno influenzabile da diverse variabili quali l’età del bambino e appunto la pronunciabilità del nome. Se si parla di neonati, la modifica del nome potrebbe costituire un cambiamento meno rilevante, anche se sconsigliabile. Nel caso di nomi difficili, probabilmente l’affiancamento del proprio nome italianizzato, come secondo nome, a quello originale potrebbe aiutare. Per ovviare si può sempre scegliere un soprannome affettuoso che aiuti a chiamare il bambino, senza però privarlo di quello vero, potrebbe essere una soluzione vincente per quei genitori che si imbattono in serie difficoltà di pronuncia.

Aggiungo un ulteriore tema di riflessione. Cambiare il nome del bambino potrebbe rendere ancora più difficoltosa la fase di “ricostruzione della propria storia” che un bambino attraversa dopo l’adozione durante l’inserimento nella nuova famiglia in quanto va a intaccare il suo senso di appartenenza con il suo Paese d’origine.

Tanti auguri per tutto,

Lisa Trasforini

Equipe psicologica di Ai.Bi.