Adozione. Quant’è importante la ricerca delle origini per un giovane adottato?

Marta Casonato, psicologa del Servizio regionale adozioni internazionali della Regione Piemonte, anticipa i temi che svilupperà nel convegno “Sulle orme della mia adozione” in programma mercoledì 21 aprile.

C’è ancora poco tempo per iscriversi al webinar “Sulle orme della mia adozione”, un convegno che ha come obiettivo quello di accompagnare operatori, genitori e figli, attraverso il delicato tema della ricerca delle origini nell’istituto dell’adozione.

Le prenotazioni si concluderanno infatti domani, martedì 20 aprile, alle ore 14.00.

Il webinar, organizzato da Ai.Bi., in collaborazione con la Scuola Internazionale Faris, (Family Relationship International School) grazie al contributo del fondo di solidarietà del Sindaco di Venezia, si terrà mercoledì 21 aprile, dalle 16.00 alle 19.00, sulla piattaforma zoom.

Molti e di rilievo i relatori dell’incontro. Tra questi, Marta Casonato, psicologa e dottore di ricerca del Servizio regionale adozioni internazionali della Regione Piemonte, titolo del suo intervento: “Navigare alla ricerca delle origini”.

Aibinews ha intervistato la dottoressa Casonato per conoscere quanto questo tema sia rilevante sia per i figli adottivi che per le loro famiglie.

Dottoressa Casonato, quant’è importante la ricerca delle origini per un giovane adottato?

È un tema davvero rilevante. Quando un figlio avverte questa esigenza, il suo è un bisogno che va colto ed accompagnato, perché diviene fondamentale per il suo  benessere, per una costruzione sana dell’immagine di sé. Si tratta di un bisogno urgente di capire meglio la propria storia, per potersi sentire in pace, per poter dar un senso a certe emozioni.

È un bisogno molto diffuso, che può manifestarsi in fasi diverse della vita e con urgenze differenti. C’è poi chi decide di intraprendere una ricerca vera e propria e chi invece si accontenta delle informazioni già in proprio possesso, ma per il benessere psicologico dell’adottato è comunque un tema davvero importante”.

Ci sono dei momenti in cui questa esigenza di conoscenza si manifesta maggiormente?

“Possiamo dire che esistono nel corso della vita, dei momenti maggiormente sensibili, come l’adolescenza, quando un ragazzo cerca di capire chi è per crescere. Altri momenti sono quelli un po’ “di svolta” della propria vita, quando ad esempio si decide per la prima volta di andare a vivere da soli, di intraprendere una relazione stabile, ci si sposa o si decide di diventare genitori, ma un momento scatenante può essere anche il divorzio dei propri genitori adottivi. Insomma, tutti quei momenti della vita che possiamo definire sensibili, legati all’intimità e alle relazioni, possono andare a solleticare il tema delle origini”.

Dottoressa Casonato, parliamo della sua relazione: “Navigare alle ricerca delle origini…” di cosa parlerà?

“ Di come internet entri nel tema della ricerca: le sue potenzialità, ma anche i suoi pericoli. La Rete è una grande opportunità, perché ha aperto tante possibilità in più in termini di facilità di ricerca, ma comporta anche dei rischi, ad esempio nel modo in cui ci approcciamo ai social network, ai motori di ricerca o ad internet in genere. La Rete ha delle caratteristiche comunicative che legate al tema della ricerca delle origini, possono diventare delicate.

Parleremo quindi delle opportunità delle Rete, degli scenari che ha aperto rispetto al passato, di cosa sia possibile ricercare, come gli adottati cercano, ma anche di quali siano i rischi del Web e come cercare di evitarli”.

Come vivono i genitori adottivi il momento in cui i loro figli gli comunicano di voler mettersi alla ricerca delle proprie origini?

“Nei modi più svariati. Alcuni sono anche troppo proattivi, altri invece fanno talmente tanta fatica ad accettare questo tema (e i figli lo percepiscono) che i ragazzi, proprio per non ferirli o tradirli, decidono di non fare nulla e rimandano di anni questo percorso di cui sentono l’urgenza o lo fanno senza coinvolgerli e quando si tratta di adolescenti o giovani adulti, questo può diventare un problema.

È importante, per evitare molti dei rischi di cui prima accennavamo, creare un clima di serenità attorno al tema delle origini. Ciò permette ai ragazzi di sentirsi sereni nel rivolgersi ai loro genitori adottivi,  di parlare con loro,  con tutto il rispetto che hanno del loro dolore e non agire da soli.

Quale dovrebbe essere il loro ruolo di mamma e papà nella ricerca?

“In estrema sintesi il ruolo dei genitori dovrebbe essere quello di sintonizzarsi sul desiderio dei figli.

È importante che mettano da parte le proprie necessità personali, che si mettano in ascolto e questo può avvenire solo se si rimane aperti su questo tema. Non si deve avere troppa paura, non deve divenire un tabù”.

Perché partecipare al webinar “Sulle orme della mia adozione”?

“Perché su questo tema bisogna fare tanta cultura.

Fino a non molti anni fa, il tema delle origini veniva vissuto come un indice del fallimento dell’adozione e purtroppo, anche se di questo tema si parla ormai abbastanza,  questo retaggio esiste ancora. Questo webinar, è utile quindi a scardinare nella mente di operatori, genitori e adottati, l’idea che se un figlio sente quel bisogno, non si è sbagliati come genitori, anzi, ci sono moltissimi figli adottivi, che hanno un legame  positivo con i loro genitori ma che comunque sentono la necessità di ricercare la propria storia.

Inoltre, la combinazione di voci che i partecipanti potranno ascoltare in questo convegno organizzato da Ai.Bi offre loro un bello sguardo su un tema importante”.