Adozione Russia. “Quando venite a prendermi?” è la domanda di Ivan, 10 anni, ai genitori

Faceva mille domande, era curioso, aveva nostalgia della sua famiglia, ora che l’aveva finalmente incontrata.

Antonella e Marco, protagonisti della storia che vi raccontiamo, non facevano che rassicurare loro figlio, già scalpitante e desideroso di lasciare l’istituto in cui aveva trascorso gli ultimi due anni, dopo averli conosciuti durante il primo viaggio in Federazione Russa.

Avevamo capito subito che c’era stata sintonia tra noi, fin dal primo viaggio – ricordano mamma e papà, seguiti dalla sede AiBi di Barletta- : appena incontrato, abbiamo provato una sensazione strana. Ivan non era un bambino sconosciuto, era come fosse stato con noi da tempo” La magia dell’adozione è anche questa: scoprirsi figli e genitori in una frazione di secondo, quell’attimo che intreccia per sempre le famiglie.

Oggi Ivan, che è stato accolto da tutta la famiglia allargata e si diverte appena possibile con i molti cugini, è un bambino vivace e sveglio, che sorride alla nuova vita ricominciata in Italia.

E’ un bambino da sempre molto socievole, durante il primo viaggio  aveva subito mostrato la voglia di conoscerci, di fare, di cambiare vita – racconta il papà – Ci è parso fosse stato preparato bene al nostro incontro. Quando ci siamo salutati abbiamo spiegato il perché della nostra partenza, rassicurandolo sul nostro ritorno. Così Ivan ci ha lasciato andare con affetto, abbracciandoci”.

Il primo incontro, momento sempre delicato per ogni famiglia, nel caso di Antonella e Marco è stato sereno, con momenti di gioco, di chiacchiere (seppure con l’aiuto dell’interprete) e di conoscenza reciproca.

Durante il soggiorno in Federazione Russa le visite a Ivan avvenivano in istituto, mentre mamma e papà rimanevano a dormire in un hotel vicino. La famiglia racconta di essersi trovata a suo agio nel Paese, accompagnata dalla referente locale di Ai.Bi. e dall’interprete. “Non abbiamo avuto alcun problema, tutti cercavano di farci sentire a casa – dice Antonella – tutti erano molto cordiali e preoccupati di non farci sentire soli”.

La famiglia è rientrata in Italia nell’ottobre dell’anno scorso. “Al momento di lasciare l’istituto il bambino era contento, saltava di gioia lasciando persone e luoghi con serenità – ricordano i genitori – E già parlava un po’ di italiano!”

Atterrato in Italia, festeggiamenti a non finire. “Non finivamo più di fare festa con amici e parenti – dicono Antonella e Marco – : è stato molto bello per Ivan che si è sentito atteso e accolto”.

La curiosità e la voglia di fare del bambino sono stati tali che “dopo un mese e mezzo dall’arrivo in Italia lo abbiamo iscritto a scuola, in quarta elementare … non vedeva l’ora di iniziare – racconta Antonella che nei suoi piani, su consiglio degli esperti, c’era quello di andare per gradi nell’inserimento scolastico – Voleva incontrare i compagni così abbiamo iniziato a mandarlo per qualche ora ma dopo pochi mesi è stato in grado di reggere il tempo pieno”.

Ivan è attraversato da timori se ascolta qualcuno parlare in russo oppure – ma questo accadeva i primi tempi – se mamma e papà invitavano a casa una loro amica russa. “Aveva paura di dover tornare in Federazione Russa – ricordano i genitori – ma lo abbiamo rassicurato e Ivan ha capito. Oggi questa nostra amica è preziosa quando ci fosse qualche problema sulla lingua  su qualche abitudine che magari non conosciamo”.

Per il resto Ivan si sente italiano a tutti gli effetti e lo dimostra anche a tavola.

Gli è sempre piaciuto molto il pollo – conclude Antonella – : mangia di tutto, soprattutto pasta, pizza e pane … ma come tutti i bambini, ancora non ci siamo con le verdure!”