Adozione in pancia. Bianchini (CAI): “Italia faccia come gli USA, in questo modo si sono salvate molte vite innocenti”

Tra le proposte per il rilancio dell’adozione, il componente della Commissione Adozioni Internazionali designato dal Forum delle Famiglie, parlando al SIR, inserisce anche questa opzione: “Con le dovute cautele e il controllo della magistratura per evitare il rischio di compravendita di bambini, è un’ipotesi di contrasto all’aborto, fermo restando la facoltà della mamma biologica di ripensarci entro un certo termine dal parto

E invoca azioni concrete per rendere più rapido l’iter delle procedure adottive: “Dovrebbero essere semplificate salvaguardandone la linearità, la limpidezza e la trasparenza”.

Rilanciare l’adozione in Italia puntando forte su azioni che rendano la scelta dell’adozione internazionale meno ‘pesante’ dal punto di vista economico per le famiglie e che velocizzino e semplifichino le procedure fino alla conclusione dell’iter. Con un occhio e forse qualcosa di più volto alla cosiddetta ‘adozione in pancia’, l’opzione grazie alla quale si garantisce a un bimbo che potrebbe rischiare di essere abortito dalla madre biologica in particolare difficoltà la possibilità di essere accolto quando ancora è nel grembo da una famiglia ‘di cuore’. Sono questi i temi forti lanciati da Francesco Bianchini, componente della Commissione Adozioni Internazionali (CAI) designato dal Forum nazionale delle associazioni familiari, in un’intervista al SIR.

L’adozione internazionale – spiega Bianchini – non può essere l’unica soluzione al crollo demografico in Italia, ma è una bella realtà anche dal punto di vista dell’accoglienza, dell’integrazione tra le culture dei popoli e come esempio di solidarietà familiare. Se l’interesse primario è dare una famiglia a bimbi abbandonati, si devono trovare soluzioni. Negli Stati Uniti, ad esempio, c’è la possibilità dell’adozione in pancia di bimbi che le mamme avrebbero altrimenti abortito. Con le dovute cautele e il controllo della magistratura per evitare il rischio di compravendita di bambini, è un’ipotesi di contrasto all’aborto, fermo restando la facoltà della mamma biologica di ripensarci entro un certo termine dal parto. Se la mamma alla fine decide di tenere il bambino, le spese restano coperte dalla coppia che ha adottato la pancia.

Tra i fattori che hanno inciso sul calo dell’adozione internazionale, Bianchini indica “sicuramente il fattore economico in un periodo di crisi. Si aggiunge a questo la durata delle procedure, a volte allungate a dismisura per pastoie burocratiche sia in Italia sia nei Paesi di origine dei minori da adottare. Si dovrebbe agire sui due fronti. Per chi desidera un figlio l’adozione internazionale è una strada tortuosa, lunga e costosa rispetto ad altre gratuite e più veloci, come la fecondazione artificiale“.

Quindi, l’accento si sposta sulle differenze tra adozione e fecondazione artificiale. Bianchini spiega: “L’adozione è una bella forma di genitorialità perché il bambino esiste già. Nella fecondazione artificiale il bambino deve essere ancora ‘programmato’. Per farlo nascere si mette in atto un percorso che è stato inserito nei Lea, a carico dello Stato: il Servizio sanitario nazionale fa pagare il ticket. Nell’adozione c’è una famiglia che ha lo stesso desiderio di maternità e paternità. Accostarsi a questo tipo di genitorialità è più complesso, c’è un bambino abbandonato: allora, perché nella fecondazione il percorso è a carico della collettività, mentre la genitorialità nell’adozione, che esprime il massimo della generosità, della solidarietà e dell’accoglienza per un bambino che già esiste e soffre, non riceve lo stesso trattamento? Se è cura la fecondazione assistita per soddisfare i desideri di genitorialità di una coppia, dovrebbe essere ancora di più cura l’adozione perché si aiuta una coppia ma soprattutto un bambino a trovare una famiglia. Questa disparità di trattamento discrimina i bambini che già esistono e soffrono rispetto a quelli che devono essere concepiti, così come le coppie che decidono di adottare, spendendo un patrimonio, rispetto a quelle che scelgono la fecondazione assistita“.

Un cenno preciso, il membro CAI lo fa anche alle lungaggini burocratiche che stanno frenando la scelta adottiva: “Dovrebbero essere semplificate salvaguardandone la linearità, la limpidezza e la trasparenza“. Accorgimenti che potrebbero indurre “molte coppie, anche al Sud” ad avvicinarsi all’adozione internazionale. “Qui le famiglie pronte ad accogliere ci sono. L’Italia continua a essere un Paese generoso da questo punto di vista“.

Fonte: SIR