Adozioni Internazionali. Haiti: l’Autorità Centrale assegna le quote 2013 per ogni Paese accogliente. All’Italia “spettano” 110 bambini, 14 ad Ente

haitiÈ di pochi giorni fa la notizia che il Senato ha approvato, in data 10 maggio, la riforma della legge del 4 aprile 1974, riguardante la procedura di adozione internazionale in conformità alla Convenzione dell’Aja e che ora dovrà essere votata in seconda lettura dalla Camera dei Deputati: dopo di che, finalmente, le adozioni ad Haiti potranno riprendere.

Ma le autorità dell’isola preposte alle adozioni internazionali non sono state con le mani in mano ad aspettare inutilmente che i tempi della politica (Ahimè! Ogni mondo è paese!) sbloccassero le pratiche adottive: si sono portate avanti, stabilendo una procedura innovativa, capace di calmierare in maniera decisiva, se ben applicata i costi delle adozioni, che, anche in Haiti, erano lievitati a livelli indicibili e vergognosi.

Infatti, forti della esperienza pregressa – in cui il sistema delle adozioni si era trasformato in un vero e proprio mercato all’ insegna di “chi più paga, più bambini porta a casa” – hanno saggiamente deciso di operare il cosiddetto “contingentamento”: ad ogni ente accreditato dall’ IBESR – la locale Autorità Centrale – sarà consentito di adottare, ogni anno, solo un certo numero di minori, secondo una rigorosa cadenza mensile, e tali quote non potranno assolutamente essere superate.

Ecco le quote assegnate dall’ IBESR ai 56 enti autorizzati dei 9 Paesi accreditati ad Haiti nel corso del 2013: Germania (40 dossier, 2 enti); Belgio (30 dossier, 2 enti); Canada (110 dossier, 8 enti); Spagna (40 dossier, 3 enti); Stati Uniti (240 dossier, 19 enti); Francia (200 dossier, 12 enti); Olanda (20 dossier, 1 ente); Svizzera (20 dossier, 1 ente).

Per quanto riguarda l’Italia, i dossier depositabili nel corrente anno sono 110.

Il totale – per il 2013 – è di 810 dossier distribuiti su 56 enti: quindi una media di 14 adozioni all’anno per ogni ente, qualcosa in più di una adozione al mese.

Ora se le nove Autorità Centrali dei paesi di accoglienza stabilissero con l’ ISBER i costi da far pagare ad ogni coppia per la propria pratica adottiva, indipendentemente dal paese e dall’ente di appartenenza, si riuscirebbe, per la prima volta nella storia della adozione internazionale, a stabilire un “prezzo politico “, che ogni ente non può superare, pena la revoca della propria autorizzazione.

Ma vi sarà tale volontà da parte delle Autorità Centrali e dei rispettivi enti autorizzati?

Ai.Bi. ha proposto agli altri enti italiani di sollecitare la CAI affinché sensibilizzi le nove Autorità Centrali sulla possibilità di sperimentare l’avvio di una tale innovazione, che, in caso di esiti positivi, potrebbe essere seguita anche da altri paesi di origine.

Ricordiamo infine che gli enti italiani accreditati sono 8:

Ai.Bi., ENZO B, S.O.S. BAMBINO, N.A.A.A., LO SCOIATTOLO, N.O.V.A., FONDAZIONE NIDOLI, SENZA FRONTIERE .