Adozioni internazionali: perché volete abolire i Tribunali?

Buongiorno,

mi chiamo Claudia e ho letto l’articolo relativo alla proposta di trasferimento di competenze dai tribunali ai servizi sociali, pubblicato sul vostro sito.

Non sono d’accordo con questa posizione; nella nostra esperienza, il Tribunale è stata l’unica istituzione di riferimento nella quale abbiamo trovato ascolto e realismo. La psicologa e l’assistente sociale si sono limitate al loro misero compitino, con una relazione sì positiva, ma scritta molto superficialmente (tanto che c’era un dettaglio, nato da un semplice fraintendimento, che per poco non ci comprometteva tutta l’adozione!). Oltretutto, l’approccio è stato quello del più banale stereotipo dell’impiegato pubblico: tempi lunghissimi, scarsissima flessibilità e un continuo atteggiamento di supponenza, come se fossero lì per farci un favore. Mai e poi mai vorrei che fosse loro l’ultima parola per una pratica adottiva. Almeno non finché il loro grado di preparazione e di pro attività resta questo.

Su quali ragioni fondate le vostre critiche ai tribunali?

Grazie.

 

IRENEBERTUZZICara Claudia,

credo che il problema debba essere affrontato in modo più ampio e non relativo al singolo caso (il suo).

Bisogna porsi innanzitutto una domanda: quale valore aggiunto dà il giudice onorario all’accompagnamento, piuttosto che alla preparazione delle coppie?

Dobbiamo partire infatti dal presupposto che i servizi del territorio dovrebbero accompagnare le coppie, seguirle durante il percorso, essere al loro fianco per dissipare dubbi e paure. Siamo evidentemente molto lontani da tutto ciò.

Abbiamo quindi operatori che “svolgono il compitino” a loro assegnato o che si ergono a valutare e giudicare.

Come il solito abbiamo un’Italia “a macchia di leopardo”: ci sono servizi che funzionano bene, che hanno capito quale è il loro compito e altri che non funzionano per nulla. Ma accade la stessa cosa con i giudici dei tribunali: abbiamo giudici che ascoltano e capiscono, che leggono le relazioni stese, ma abbiamo anche giudici che non considerano per nulla il lavoro fatto dai servizi e che ribaltano completamente la valutazione espressa.

E’ evidente che poi ognuno porta la propria esperienza, che può – a secondo dei casi – essere positiva o negativa.

Cordialmente.

Irene Bertuzzi

Area Adozioni internazionali di Ai.Bi.