Adozioni, urge una riforma

melograniRiportiamo di seguito il testo integrale dell’articolo pubblicato su “Sette”, inserto del venerdì del “Corriere della Sera”, il 28 novembre 2014, a firma di Paola Severini Melograni per la sua rubrica “Diritti Desiderabili”. L’autrice introduce il tema della necessità di una riforma del sistema delle adozioni, citando una frase di Marco Griffini, presidente di Ai.Bi.: “Gli Stati hanno l’obbligo di rispondere al diritto di ogni essere umano ad avere una famiglia”.

 

Le adozioni internazionali in Italia hanno subito una diminuzione spaventosa: i motivi sono molti, in primo luogo le difficoltà burocratiche che una coppia deve (ma perché deve?) affrontare per riuscire ad adottare; poi le grandi spese, perché non ci sono bambini italiani adottabili – se non già molto grandi o con problemi di handicap – e, non da ultimo, il rischio di aggiungere sofferenza a sofferenza. Si veda a questo proposito la vicenda dei piccoli provenienti dal Congo oppure quanto è successo con la Bielorussia pochi anni fa. Le associazioni italiane (alcune affidabili e straordinariamente competenti, altre minuscole e un po’ improvvisate)m che sono addirittura 66, mentre ne basterebbero una ventina, non si sono tra loro federate perché lo Stato non ha mai messo paletti per accedere a questo tipo di servizio essenziale alla famiglia e perché si sono fatte la guerra tra di loro. Ogni governo che si è succeduto ha cambiato atteggiamento e comportamento, a partire dalla collocazione della Cai, la Commissione per le Adozioni Internazionali, che è stata piazzata un po’ dovunque (Esteri, Famiglia, Presidenza del Consiglio). In realtà un percorso lineare ed efficiente si potrebbe costruire, immediatamente. Se il Governo Renzi vuole davvero cambiare le cose, deve cominciare da qui: rottamando l’eredità confusa del passato prossimo, dando indizi trasparenti (il Presidente attuale Cai è addirittura controllore e controllato), selezionando chi sa fare cosa, a partire dai responsabili delle istituzioni, fino ai parlamentari che vanno ospiti nei talkshow. Non si improvvisa con la vita delle persone.