Affido. Dopo Bibbiano arriva la proposta di riforma dell’on. Ascari (M5S). Ma manca l’avvocato del minore

In Commissione Giustizia la bozza che interviene sul Codice civile sulla legge 184 del 1983: un buon inizio ma molte lacune

È stata incardinata martedì in Commissione Giustizia alla Camera la bozza di legge “Modifiche al codice civile e alla legge 4 maggio 1983, n.184, in materia di affidamento di minori”, che vede come prima firmataria l’onorevole Stefania Ascari del Movimento Cinque Stelle e che era stata presentata lo scorso 31 luglio, con l’adesione di tutti i parlamentari pentastellati della stessa Commissione. Non per niente la proposta di riforma dell’istituto dell’affido famigliare è stata accolta con grandi aspettative dal Movimento, che, terminata l’esperienza di Governo in condominio con la Lega, spera ora, anche abbastanza comprensibilmente, di potersi fregiare dell’onore di aver risposto in maniera concreta alle problematiche sollevate dallo scandalo di Bibbiano.

Tra le proposte contenute nel testo, che interviene sul sistema delle tutele del minore nei procedimenti in tema di responsabilità genitoriale definito dal Codice civile e sull’attuazione dei provvedimenti giurisdizionali di collocazione extra familiare, si parla di un maggiore rispetto per le famiglie d’origine, di un’attenzione prioritaria ai bisogni dei bambini, di un dimezzamento delle possibilità di intervento dei giudici, della cancellazione della possibilità per le strutture di accoglienza di ricevere contributi pubblici, dell’obbligo di nominare un curatore speciale del minore, della riforma dell’articolo 403 del Codice civile.

Letta così potrebbe sembrare un’iniziativa soltanto positiva. L’intento di fondo, ossia quello di “limitare quanto più possibile l’allontanamento dei minori dalla propria famiglia di origine”, giustissimo, rischia però di trasformarsi in una lettura negativa del fenomeno dell’affido in toto. Cosa che (fortunatamente) non corrisponde a realtà, poiché l’affido dovrebbe (certo, purtroppo non sempre è così in Italia) essere una forma di accoglienza temporanea per minori le cui famiglie affrontano delle difficoltà, si spera, altrettanto temporanee. Senza considerare che il testo è lacunoso su altri versanti.

A illustrare le criticità del provvedimento, in un articolo su Avvenire, è per esempio il giornalista Luciano Moia.Se proprio si deve mettere un bambino al riparo da situazioni di pericolo – spiega Moia illustrando il testo – si deve privilegiare la collocazione presso ‘un parente entro il quarto grado o presso altra persona conosciuta dal minore che accetti di prenderne temporaneamente la custodia’. Ottima indicazione, in linea teorica, sempre che parenti e amici siano disponibili e offrano competenze educative e garanzie di cura adeguate, soprattutto nei confronti di un bambino che vive momenti di disorientamento e di sofferenza. Chi verifica queste condizioni? Occorre, ancora una volta, affidarsi alla discrezionalità del giudice, quella che si vorrebbe limitare. Senza tener conto del tempo che tutte queste verifiche, in questo sistema, comportano.

Inoltre, sebbene sia segnalato questo problema di discrezionalità, manca l’indicazione relativa alla tutela del bambino da parte, piuttosto che di un curatore, di un vero e proprio avvocato del minore, come più volte proposto da Ai.Bi. – Amici dei Bambini, oltre a qualsiasi riferimento al ruolo delle associazioni famigliari, che invece costituiscono una parte fondamentale del tessuto sociale, a maggior ragione in queste situazioni.

La bozza di riforma prevede poi “la sospensione dell’esecuzione qualora il minore opponga resistenza o manifesti in modo evidente la volontà di non distaccarsi dai genitori’.Indicazioni comprensibili – spiega ancora Moia – che però non tengono conto di alcune possibilità tutt’altro che remote: come valutare i casi in cui il condizionamento psicologico nei confronti del bambino è così pesante da rendergli impossibile il distacco”.

Insomma bene, anzi, benissimo la riforma. Ma qualche cautela in più, affrontando un tema tanto delicato, sarebbe necessaria. L’auspicio è ora che si apra un serio e proficuo periodo di audizioni anche con le realtà associative e il Terzo Settore.