Affido? “È tutto diverso da come si pensa in giro”: la testimonianza di Emanuela

Emanuela 21 anni (ex bambina in affido): “Ora che sono cresciuta ho capito che il ruolo dei genitori affidatari non è quello di rubare il ruolo alle famiglie biologiche, ma è quello di sostenerle in tutto e per tutto finché loro non si rimettano in sesto”

 Parliamo spesso dell’importanza e della bellezza di farsi famiglia accogliente per sostenere ed accudire “transitoriamente” un minore in difficoltà attraverso l’istituto dell’affido.

Abbiamo sovente parlato della necessità di essere formati, della bellezza di farsi pilastro, di accogliere, di proteggere, fino a che la situazione in famiglia di quel bambino o di quell’adolescente non si sia sistemata.

Oggi vorremmo invece volgere lo sguardo non alla famiglia, alla coppia, o al single che abbia deciso di aprire il suo cuore all’accoglienza ma al minore che ha necessità di essere accolto. Ai suoi sentimenti, alle sue emozioni, alle sue perplessità. Certo, ogni storia è a se stante. Ogni caso particolare e unico, come lo è ogni ragazzo, ma la testimonianza di Emanuela, ex bambina in affido, riportata da Sempre News è davvero significativa.

Emanuela: una lunga esperienza in affido

 Emanuela, oggi ha 21 anni. La sua è stata una lunga esperienza di affido, durata ben 12 anni, da quando di anni la piccolina ne aveva 6.

La ragazza e la sua mamma in questo lungo periodo non hanno mai smesso di vedersi e di sentirsi.

Appena giunta in famiglia, la piccola Emanuela non si trovava a suo agio: quelli per loro non erano altro che estranei, stava male, voleva ritornare dalla sua mamma, ma piano piano è avvenuto il miracolo e la bimba ha iniziato perfino a chiamare i suoi affidatari “mamma e papà”: “e li chiamo ancora così – racconta a Sempre News– nonostante abbia 21 anni e sia ritornata a vivere con mia mamma”.

 “Ora che sono cresciuta finalmente ho capito”

“Ora che sono cresciuta – spiega Emanuela- ho capito che il ruolo dei genitori affidatari non è quello di rubare il ruolo alle famiglie biologiche, ma è quello di sostenerle in tutto e per tutto finché loro non si rimettano in sesto”.

 “I miei genitori affidatari hanno sempre sostenuto mia mamma in tutto e ora si sentono come se fossero amici”.

 Certo, come in tutte le famiglie, non è filato sempre tutto liscio:

In quegli anni spesso non li sopportavo – racconta la ragazza– perché facevo il paragone tra mia mamma e loro… ogni cosa che chiedevo mamma me la regalava mentre loro no, ma solo adesso ho capito che non lo facevano per cattiveria, ma solo per il mio bene e per farmi capire che nella vita non si può avere sempre tutto”.

 L’affido? È tutto diverso da come si pensa in giro…

Vorrei far capire a tutti – prosegue Emanuela- che l’affido non è un’esperienza terribile in cui i figli che vengono dati in affido non ritornano più nella propria famiglia… beh… è tutto diverso da come si pensa in giro, i genitori affidatari desiderano costruire un buon rapporto sia con il bambino che con la sua famiglia d’origine. Nel mio caso è stato per tanto tempo, ma tutto dipende dalla propria storia che ci si porta dietro”.