Affido familiare. Vorrei prendere un bambino in affido, ma lo vorrei piccolo

Un bambino in affido non si sceglie, si accoglie con il cuore e con la testa. L’importanza di una corretta informazione e di un percorso formativo per chi vuole intraprendere questa meravigliosa accoglienza

Buongiorno, vorrei prendere un bambino in affido, lo vorrei piccolo.

Quando riceviamo richieste come questa, ci troviamo spesso a riflettere sul significato di tali parole. Si tratta di una scelta ponderata o di un’idea nata da un impulso emotivo? La persona che scrive ha realmente compreso il significato dell’affido o lo confonde, magari, con l’adozione? Non possiamo saperlo subito, ma ciò che sappiamo con certezza è che questa persona ha avuto un’idea importante: accogliere un bambino.

Un percorso verso la consapevolezza

Accogliere un bambino in affido è un gesto di grande generosità, ma deve essere accompagnato da un percorso di consapevolezza.
Per questo motivo, invitiamo sempre chi si interessa all’affido a partecipare ai momenti informativi. Questi incontri non sono semplici presentazioni, ma occasioni fondamentali per comprendere cosa significhi realmente l’affido e cosa, invece, non sia. Spesso, infatti, il termine affido viene usato in modo improprio, associandolo a un’idea di genitorialità definitiva che invece appartiene all’adozione. I momenti informativi servono proprio a chiarire questi aspetti e a orientare le persone interessate verso una scelta consapevole e responsabile.

Comprendere i bisogni dei bambini

Dopo questi primi incontri, chi desidera approfondire il percorso dell’affido ha la possibilità di partecipare a momenti di approfondimento. Questi permettono di comprendere meglio i bisogni dei bambini in affido e valutare se e come si sia in grado di rispondere a tali necessità. Ogni bambino ha una storia, un passato e delle esigenze specifiche, e accoglierlo richiede una riflessione attenta sulle proprie risorse emotive e relazionali.

Il bisogno di protezione

A questo punto, ci permettiamo di aprire una parentesi su cosa significhi “piccolo”. Madre natura ha creato i neonati in modo che ispirino protezione e cura negli adulti. Man mano che crescono, questa dinamica innata si attenua, ma resta il bisogno di protezione, indipendentemente dall’età. Un bambino di quattro anni è piccolo rispetto a uno di dodici, ma grande rispetto a uno di pochi mesi. Un preadolescente può sembrare già autonomo, ma chi ha figli sa quanto a dodici anni si sia ancora profondamente bambini. La percezione della “piccolezza” è dunque relativa e richiede una riflessione personale da parte di chi si candida all’affido.
Se avete pensato di accogliere un bambino, che sia piccolo, grande o mezzano, vi invitiamo a riflettere più a fondo su questa idea. Partecipate a un webinar informativo: potrebbe non servirvi a nulla, oppure potrebbe aprirvi un mondo e farvi scoprire una realtà meravigliosa di cui non eravate consapevoli.

Maggiori informazioni

Quando una famiglia attraversa un momento di difficoltà e non riesce a prendersi momentaneamente cura dei figli, i minori possono essere accolti per un periodo di tempo determinato in un’altra famiglia, la famiglia accogliente.
Ai.Bi. organizza diverse attività di formazione per famiglie, coppie o single pronte ad aprire la loro casa, e la loro vita, a un’esperienza di affido familiare. Tutte le informazioni si trovano sulla pagina dedicata del sito.