Affido Familiare. Una scelta che cambia due vite, anche da single

A 52 anni Alessandra ha scelto l’affido di un’adolescente… Non per diventare “mamma”, ma per dare speranza

Debuttare nell’affido a 52 anni, da single, con un’adolescente, è tutt’altro che una scelta scontata. Eppure Alessandra, avvocata di Bologna, lo ha fatto. Da poco più di un anno, è affidataria di una ragazza di 16 anni allontanata dalla sua famiglia con un provvedimento giudiziario.
L’affido non era un progetto cercato: durante il periodo del Covid, incuriosita da un corso formativo trovato online, Alessandra si era iscritta per motivi professionali. “Ero incuriosita dagli approfondimenti degli aspetti psicologici vissuti dai ragazzi: pensavo che mi sarebbe stato utile sul lavoro”, spiega. Ma quel corso ha acceso qualcosa di più profondo: una scintilla che l’ha portata a mettersi in gioco in prima persona.
“L’affido in realtà mi ha sempre fatto vibrare qualcosa dentro: da ragazzina lo mettevo tra i miei sogni da grande. Il fatto è che chi conosce un po’ questo mondo sa che l’affido a una cinquantenne single è tendenzialmente l’affido di un adolescente, non di un bambino piccolo. E francamente debuttare nell’affido con un’adolescente, alla mia età, da sola, è una cosa molto impegnativa, per cui non l’avevo mai preso davvero in considerazione. L’idea di lanciarmi in questa avventura da sola mi dava ansia” confida. È stata la possibilità di avere un tutor al fianco per i primi anni ad aiutarla a superare le paure iniziali.
Nei primi mesi, il confronto con la tutor è stato fondamentale. La ragazza reagiva con rabbia, spesso con aggressività e insulti. E Alessandra non sapeva come affrontarla. Il tutor l’ha aiutata a capire che quel comportamento era forse l’unico linguaggio che conosceva per esprimere dolore e frustrazione.
L’importanza di condividere il cammino con altre famiglie affidatarie è importante sottolineare questo aspetto dell’essere “accompagnati”, perché, davvero, riuscire a “fare rete” con altre famiglie affidatarie è spesso l’arma vincente che permette di condividere i problemi e di trovare un aiuto per superare un momento di difficoltà. Non per nulla da sempre questa è la celta di Ai.Bi. e del gruppo di famiglie (e single) affidatari cresciuta nel corso degli anni.
Tornando alla vicenda della signora Alessandra, da cui siamo partiti, la donna racconta di come ci siano stati diversi momenti difficili, in cui entrambe hanno pensato di rinunciare. Ma, oggi, Alessandra racconta piccoli segnali che parlano di fiducia e legame: “Faccio ancora fatica a dirlo, perché davvero è difficile. Però vedo che inizia a fidarsi di me, quando deve prendere una decisione chiede la mia opinione, ogni tanto mi dice “riposati, questa sera cucino io”…”
“Non ho fatto un affido per “riempire un desiderio” di maternità – precisa – volevo rendermi utile a uno di questi ragazzi, perché ne ho visti tanti: mi sentivo in dovere di fare qualcosa per dare a uno di loro la speranza di poter cambiare vita”.

[Fonte: Vita]

Maggiori informazioni

Quando una famiglia attraversa un momento di difficoltà e non riesce a prendersi momentaneamente cura dei figli, i minori possono essere accolti per un periodo di tempo determinato in un’altra famiglia, la famiglia accogliente.
Ai.Bi. organizza diverse attività di formazione per famiglie, coppie o single pronte ad aprire la loro casa, e la loro vita, a un’esperienza di affido familiare. Tutte le informazioni si trovano sulla pagina dedicata del sito.