Prendono in affido il figlio di una vittima di femminicidio: “Spontaneo gesto d’amore. Nulla di eroico!”

Il deputato della Lega Mirco Carloni e la moglie Milena hanno ottenuto l’affido temporaneo del figlio di due anni di Anastasia, uccisa dal marito a Fano mentre il piccolo si trovava con loro: “Abbiamo solo chiesto se potevamo prendercene cura”

“Non servono gesti eroici e questo certamente non lo è, è un gesto d’amore”. È racchiuso in queste parole, riportate in un’intervista a La Stampa, il senso del gesto compiuto dal deputato della Lega Mirco Carloni e da sua moglie Milena, che hanno accolto in casa il figlio di 2 anni di Anastasia, la donna ucraina uccisa dal marito a Fano.

In fuga dall’Ucraina

La sera dell’11 novembre, il piccolo era a casa Carloni: la mamma, infatti, scappata dall’Ucraina a causa della guerra, lavorava nell’osteria della sorella del deputato. Così, quando è stata denunciata la scomparsa della donna: “Abbiamo semplicemente chiesto se potevamo prendercene cura finché la situazione non fosse chiarita. È stato solo un gesto spontaneo verso un bambino di due anni” – racconta Mirco Carloni sempre a La Stampa.
Come purtroppo è ormai noto, però, né la mamma né il papà del piccolo sono mai tornati. E mai ritorneranno, per colpa dell’ennesimo femminicidio di questo terribile 2022.
Il riserbo tenuto dalla coppia trova conferma nel fatto che della vicenda si sia iniziato a parlare molto sui giornali solo diversi giorni dopo l’accaduto. Carloni tiene a sottolinearlo ancora una volta: “«Abbiamo un affidamento temporaneo, ma questa è già una gioia immensa. Il nostro è un gesto senza pretese, infatti non faremo istanza per avere un affidamento definitivo”. Non faranno domanda perché, dopo l’omicidio, sono arrivate in Italia anche la nonna e la zia del piccolo e, con ogni probabilità, saranno loro a chiedere di poter crescere il nipote.

La generosità gratuita dell’affido familiare

Anche in questo caso, quindi, l’atteggiamento di Mirco e Milena è proprio quello che caratterizza le coppie affidatarie: essere pronte ad accogliere, nel momento del bisogno, unicamente per mettersi a disposizione del bambino, per tutelarlo e sorreggerlo in un momento di difficoltà, ma con l’intelligenza e la generosità di “lasciarlo andare” con la sua famiglia, o ciò che di quella famiglia rimane, quando verrà il momento.
Con una certezza: “Noi, se la signora vorrà, continueremo a dargli una mano, ma lo faremo in silenzio. Per due settimane abbiamo evitato di parlarne perché eravamo concentrati solo su di lui. Soprattutto mia moglie Milena se ne sta prendendo molta cura. Per il resto, seguiamo le indicazioni che ci danno i servizi sociali e ciò che deciderà il tribunale dei minori di Ancona”.

Ciò che stanno vivendo Mirco e Milena è un’esperienza che tanti (single, coppie e famiglie) possono sperimentare nella propria vita: chi fosse interessato ad approfondire le ragioni e le modalità dell’affido familiare può partecipare a uno degli incontri formativi che Ai.Bi. periodicamente organizza e che si possono trovare alla pagina dedicata del sito.