Affido. Rivedersi dopo il rientro a casa

Sono passati sei mesi da quando Noha ha potuto essere riaccolto tra le braccia della sua mamma e del suo papà e oggi andremo a trovarlo….

Aprirsi all’affido, farsi famiglia accogliente, per divenire roccia e punto di riferimento per un minore in difficoltà. Accoglierlo nella propria casa e nel proprio cuore, farsi porto sicuro, nell’attesa che la sua mamma e il suo papà divengano forti e costruiscano per lui un rifugio con solide fondamenta pronto ad accoglierlo nuovamente. Ecco che cos’è l’affido.

Poi un giorno, giunge il momento di lasciarlo andare, quel bambino. Di riconsegnarlo nelle braccia della sua mamma e del suo papà. Ma non si smette mai di essere parte di un pezzettino di lui e della sua storia e lui parte di noi e della nostra.

Così è capitato anche ai genitori affidatari del piccolo Noha e questo è il racconto del loro nuovo, primo incontro…

 Sono passati sei mesi da quando Noha ha potuto essere riaccolto tra le braccia della sua mamma e del suo papà e oggi andremo a trovarlo….

Noha arrivò da noi appena nato con un progetto di pronta accoglienza, la cui durata fu estesa poi per un periodo di 18 mesi, per permettere ai suoi genitori di seguire un percorso che li aiutasse a superare le loro problematiche e a prendersi cura di lui.

In famiglia c’è grande agitazione… con lui ed i suoi genitori ci siamo visti ogni tanto su Skype, ma oggi passeremo insieme qualche ora dal vivo!

Per la legge si chiama ‘continuità degli affetti’, per noi è un altro step di un percorso iniziato due anni fa e che ci vede coinvolti ancora oggi.

Siamo tutti emozionati. Quante domande frullano nella nostra testa: “come reagirà Noha nel vederci?” “di cosa parleremo coi genitori?” “e se poi non ci troviamo bene o loro non si sentono a loro agio?”

Saliamo in auto per un breve viaggio che a noi sembra non finire mai.

Arriviamo…parcheggiamo…scendiamo dall’auto ed ecco un bimbetto balzellante che ci corre incontro con le braccia tese scandendo con chiarezza i nostri nomi… di tutti quanti, e noi siamo tanti in famiglia! Dietro a lui la sua mamma ed il suo papà con un sorriso raggiante e sincero, di quelli che ti scaldano il cuore.

Durante il pranzo, accompagnato da una lunghissima chiacchierata, ci raccontano dei progressi fatti da Noha nelle ultime settimane, di quanto la loro strada sia ancora in salita ma almeno adesso possono guardare al futuro, iniziare a fare progetti. Ci confidano che parlano a Noha di noi proprio come noi parlammo a lui di loro durante il periodo di affidamento perché, ci dicono, anche noi facciamo parte della sua storia.

Noha sembra decisamente felice di queste ore passate tutti insieme tra giochi, risate, coccole. Gira intorno come una trottola in un continuo di baci, abbracci e sorrisi. Ed è proprio in quei sorrisi che i timori di tutti svaniscono per far posto a tanta allegria e complicità.

Arriva il momento di salutarsi, ma non si tratta di un addio, è solo un arrivederci.

Noha sfinito da tante emozioni sprofonda fra le braccia del suo papà e ci fa ciao con la manina, fa un tentativo di protesta per farci restare ma il sonno prende il sopravvento.

Durante il viaggio di ritorno i miei pensieri, ma immagino quelli di tutti, tornano alle ore appena trascorse e alla gioia di aver trovato Noha cresciuto, di averlo visto sereno, di aver potuto vedere di persona quanto di bello sia scaturito dal nostro impegno, da quello dei suoi genitori e di tutti coloro che hanno creduto in questo progetto di affido.

In questi due anni Noha si è sentito amato, desiderato, protetto, ha percepito la fiducia reciproca che noi ed i suoi genitori abbiamo riposto gli uni negli altri e questo gli ha permesso di crescere sereno.

Ancora una volta ci rendiamo conto del dono che ci viene fatto ad ogni accoglienza e così il pensiero corre a tutti quei bimbi che hanno bisogno di avere qualcuno che si prenda cura di loro…

A presto Noha!

L&F