L’agenda Ai.Bi per il rilancio delle adozioni internazionali. Le famiglie “Abolire lo strazio dei viaggi multipli: un trauma per il bambino che non sa se torneremo da lui”

Lo strazio dei viaggi multipli: uno strazio per quei futuri genitori che dall’ Italia partono per Paesi lontani; uno strazio per il bambino che vede arrivare e poi andare via (con il terrore di non rivederli più) quelli che si presentano a lui come la sua nuova mamma e il suo nuovo papà.

Uno strazio che per affrontarlo, senza lasciarsi da questo sopraffare, richiede tanto coraggio e determinazione. Uno strazio che però non tutte le coppie si sentono in grado di affrontare e che per questo rinunciano a intraprendere l’iter dell’adozione.

Spazzando via, così, il sogno di un bambino abbandonato di avere una famiglia.

Da qui la richiesta da parte delle coppie che hanno partecipato all’ Open Day di Ai.Bi, (che si è svolto in tutte le sedi italiane lo scorso 06 luglio) di inserire l’ abolizione dei viaggi multipli richiesti dal Paese di provenienza del bambino, tra le priorità dell’agenda destinata al Governo per il rilancio delle adozioni internazionali.

Di fatto le famiglie chiedono che la Cai (Commissione Adozioni internazionali) si faccia da portavoce fattiva presso le Autorità Centrali dei Paesi di provenienza dei bambini, per individuare un modo atto a semplificare e snellire le pratiche burocratiche in modo da non doversi recare più volte nel Paese con tutti i disagi che ne conseguono: economici, organizzativi e psicologici.

Perché ci vuole coraggio per lasciare un figlio (quel bambino che già senti, che già E’ tuo figlio) dopo averci passato insieme alcuni giorni e avere iniziato ad intessere con lui un rapporto speciale…Così come ci vuole coraggio anche per affrontare la sfida di una lunga permanenza in un Paese diverso e lontani dalle persone che amiamo…

Per non parlare del bambino che neanche il tempo di entrare in confidenza con quegli “estranei” a cui va affezionandosi che deve salutarli…li vede andare via..e non può fare altro che fidarsi e cercare in tutti i modi di tenere viva la “luce” della speranza nei suoi occhi. Ma si sa che non dormirà le notti fino a quando non li rivedrà. Perché del resto fidarsi di quei due estranei quando ha già subito tanti tradimenti e abbandoni?

E così si perde tempo prezioso. E quei mesi (se non addirittura 1 anno nel caso di Haiti) di attesa tra un viaggio e l’altro sono altre cicatrici nell’anima del bambino.

Diamo un’occhiata alla situazione dei vari Paesi. Come pubblicato anche sul sito di Ai.Bi., ecco una rapida panoramica.

Tra tutti spicca la Russia che prevede 3 viaggi con una permanenza i primi due di circa 7/10 giorni (con un intervallo di circa 4 mesi tra l’uno e l’altro); il terzo viaggio (dopo circa un mese)  prevede una permanenza di circa 20 giorni.

Anche Haiti mette a “dura prova”. Prevede due viaggi: il primo di circa 2-3 settimane, il secondo di 7-15 giorni ma con un intervallo di circa 1 anno tra un viaggio e l’altro. E questo non è un particolare indifferente. Un anno di attesa per un bambino è deleterio: quante paure, quanti dubbi, quanti e quali pensieri di essere stato nuovamente abbandonato. E non solo: come e quanto cambia un bambino in 1 anno? Un lunghissimo intervallo di tempo che invece potrebbe essere fruttuoso se a contatto con i genitori e magari già nella sua nuova casa e famiglia. Un lungo intervallo di tempo in cui lavorare nella costruzione di legami, di fiducia nell’altro e di integrazione nella nuova realtà. Un lungo anno che per il bambino vuol dire altri traumi da gestire. Un bagaglio ancora più pesante.

In Moldova sono invece previsti tre viaggi: il primo di circa 30 giorni; il secondo di 3/5 giorni per partecipare all’udienza di adozione e, infine, il terzo di circa 10 giorni.

In Ucraina è previsto un unico viaggio di 60 giorni oppure 2/3 viaggi di 14/21 giorni ciascuno.

L’ Albania prevede due/tre viaggi di circa 20 giorni l’uno.

Stessa cosa per la Bosnia dove sono previsti 1/2 viaggi di circa 20 giorni.

In Bulgaria sono previsti due viaggi entrambi di circa 10 giorni e tra l’uno e l’altro intercorrono dai 4 ai 6 mesi

In Ucraina è previsto un unico viaggio di 60 giorni oppure 2/3 viaggi di 14/21 giorni ciascuno.

E ancora l’Honduras che prevede 2 viaggi con una permanenza, del primo, di 10/15 giorni; il secondo di 30/40 giorni.

Ma ci sono anche Paesi “virtuosi” dove in unico viaggio si completa la parte procedurale, si entra in confidenza con il bambino e con lui si fa ritorno in Italia.

Questo succede in Cina dove si fa un unico viaggio con una permanenza di 3 settimane. Una settimana in provincia e due settimane nella capitale.

E in Brasile dove è previsto un unico viaggio di circa 60 giorni. La convivenza con il minore inizia quasi sempre da subito e deve durare per legge un minimo di 30 giorni. Gli altri 30 giorni circa servono per espletare la pratica burocratica.

Quale forza muove, allora, le coppie?  Per tutti vale la risposta di una mamma adottiva intervenuta all’open day di Milano: “La forza più grande è quella che troviamo negli occhi di quei bambini che stanno dall’altra parte…quei bambini che in pochi anni hanno subito tradimenti da tante persone a cui si sono affidati ma che non hanno mai perso il coraggio nell’arrivo di una famiglia vera..”