Ai.Bi.: “Omicidio Cremona? Con Avvocato del minore non sarebbe successo”

L’uccisione della piccola di due anni ospitata insieme alla madre in una casa protetta riaccende i riflettori sulla necessità di tutelare ulteriormente i bambini. Griffini, presidente di Amici dei Bambini: “Urge una legge per istituire la figura dell’’Avvocato del minore’”.

L’omicidio della bimba di due anni avvenuto a opera del padre 37enne a Cremona? “Non sarebbe probabilmente successo se la piccola fosse stata maggiormente tutelata, ad esempio se fosse già stata istituita la figura dell’’Avvocato del minore’, che andiamo suggerendo da diverso tempo e per la quale stiamo stendendo una proposta di legge”. Lo afferma il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, organizzazione non governativa costituita da un movimento di famiglie adottive e affidatarie che 1986 lavora ogni giorno al fianco dei bambini ospiti negli istituti di tutto il mondo per combattere l’emergenza abbandono, Marco Griffini.

La bambina uccisa, purtroppo con diverse coltellate, abitava con la madre in una casa protetta dopo che la genitrice, una 34enne ivoriana, aveva lasciato il marito, anch’egli originario della Costa d’Avorio, che ha aggredito la figlia in occasione della prima visita concessa dopo la separazione. “Se fosse già operativa la nostra proposta – ha proseguito Griffini – a quella povera bambina sarebbe stato assegnato d’ufficio ‘il suo’ avvocato, non quello della mamma, il quale avrebbe dovuto essere interpellato dai Servizi sociali per acconsentire il permesso alla visita”.

La figura proposta da Ai.Bi. – Amici dei Bambini sarebbe specializzata e formata dal punto di vista psicologico e in diritto minorile e potrebbe adeguatamente rappresentare gli interessi dei bimbi dal punto di vista sostanziale e tecnico, venendo questi affidati alla loro tutela al momento dell’allontanamento dalla famiglia d’origine o quando si creino situazioni particolarmente gravi di difficoltà familiare. Secondo le ultime stime, in Italia i minori collocati in strutture di accoglienza (comunità educative, con massimo 12 minori per struttura, case famiglia, con un massimo di sei minori e famiglie affidatarie) avrebbero oramai superato il tetto di 35mila. Negli ultimi anni, a livello internazionale, si è andati verso il pieno riconoscimento del diritto del minore ad essere rappresentato nei procedimenti giudiziari che lo riguardano. La Convenzione ONU del 1989 e la Convenzione di Strasburgo del 1996 hanno specificato e attuato il diritto del minore alla piena ed effettiva partecipazione ai processi che lo riguardano ed alla difesa, con diverse modalità e a seconda della sua capacità di discernimento.

Importante sottolineare che Ai.Bi. – Amici dei Bambini è anche attiva, con la sua campagna “Fame di mamma”, nel sostegno a iniziative di accoglienza per mamme sole con minori.