“Aiutatemi, non voglio esplodere”. La rivolta della bimba-kamikaze

bambina kamikazeIn Nigeria, a 13 anni ha scelto di non innescare la miccia dei candelotti di dinamite che aveva addosso. A raccontare la sua storia è il giornalista Lorenzo Bianchi in questo articolo, che riportiamo integralmente, pubblicato sul “Quotidiano Nazionale” domenica 28 dicembre.

 

Zahra’U Babangida, una fanciulla di appena 13 anni, non aveva nessuna intenzione di conquistare il paradiso facendo esplodere i 7 candelotti del suo giubbotto. Questo era il destino scelto invece dai suoi genitori, simpatizzanti dei qaedisti nigeriani di Boko Haram. La fanciulla è riuscita a rifugiarsi in un ospedale, trascinando la gamba ferita dall’esplosione provocata da due compagne di martirio che avevano attivato l’innesco. Sotto la sua veste i medici hanno trovato un corpetto pronto a seminare morte. Questa è la versione dei fatti registrata dai giornali nigeriani.

Secondo la ricostruzione dell’Associated Press, la bimbetta ha abbandonato le cariche sul sedile del taxi che l’ha portata alla struttura sanitaria. Babangida era stata arrestata il 10 dicembre, il giorno del quale sono morte dieci persone in un doppio attentato al mercato di tessuti Kantin Kwari, a Kano, la città più popolosa della Nigeria settentrionale. Mercoledì, la vigilia di Natale, la polizia le ha fatto incontrare i giornalisti. L’adolescente ha raccontato che il padre e la madre l’hanno consegnata ai guerriglieri che si nascondevano nella foresta vicina a Gidan Zana. È cominciato l’addestramento. Ai miliziani che le magnificavano il suicidio come porta del paradiso la fanciulla ha risposto che non aveva nessuna intenzione di offrire la sua vita. I guerriglieri hanno minacciato di spararle o di rinchiuderla per sempre in una cella sotterranea. Babanginda ha ceduto.

Uno sconosciuto l’ha accompagnata al mercato  Kantin Kwari, assieme ad altre tre giovanissime votate al martirio. Due hanno pigiato il pulsante che ha fatto scoppiare i candelotti dei loro corpetti. Babangida è scappata verso l’ospedale. Dei genitori, che vivono nello stato Bauchi, si è persa ogni traccia.

Secondo Aderenle Shinaba, il capo della polizia locale, è stato arrestato solo un uomo che l’ha accompagnata da Damaturu, nello Yobe, alla capitale dello stato settentrionale di Kano, uno dei tre abitati da musulmani. Gli esperti ritengono che l’arruolamento di fanciulle kamikaze è una scelta precisa. I miliziani di Boko Haram (che significa “L’educazione occidentale è peccato”) le utilizzano per dimostrare che hanno un ampio ventaglio di “risorse offensive” a loro disposizione. Il 14 febbraio in Nigeria si voterà per il presidente della Repubblica. Il capo dello Stato in carica Gooodluck Jonathan, cristiano, eletto nel 2010, si ricandiderà. Dal 2009 le vittime civili degli attentati di Boko Haram sono state 5000. Nel solo 2014 hanno perso la vita 2000 nigeriani.