“All’inizio non capivo e piangevo…ma poi grazie a loro sono tornato dalla mia mamma”

lettera “Piangevo. Mia sorella continuava a chiedere dove stiamo andando? Ma io non sapevo cosa risponderle…”. Questo è uno dei passaggi del tema che Marco* ha scritto durante un compito in classe in cui racconta i primissimi momenti della separazione sua e della sorellina Sara* dalla famiglia di origine. Quel giorno, infatti, sarebbero stati accolti in una casa famiglia che si sarebbe presa cura di lui e di Sara il tempo necessario per permettere alla mamma di recuperare quella serenità di base necessaria per “rivivere” sotto lo stesso tetto con i suoi due bimbi.

In casa da tanto tempo non regnava la serenità a causa di violenze domestiche di cui erano vittime tanto i bambini quanto la mamma. Da qui la decisione dei servizi sociali di proteggere i bambini (attraverso la separazione) e contemporaneamente aiutare mamma Donatella* con un percorso di sostegno. Un provvedimento provvisorio ma necessario.

Uno “strappo” che in un primo momento non viene capito fino in fondo dai bambini che lo vivono come una forzatura. Solo con il senno del poi anche loro ne avrebbero capito l’utilità.

“Perché? – scrive nel tema Marco – Mi chiedevo continuamente…Perché mi sta succedendo questo? Cosa ne sarà della mia casa? ”.

“Erano giorni che vedevo la mamma piangere – continua Marco con i ricordi di quei giorni prima della separazione – era sempre strana e preoccupata. Piangeva mentre riceveva una telefonata non so da chi…subito dopo ha cercato di farmi capire che dovevamo separarci”.

“Qualcosa nella tristezza di mia madre – scrive Marco – mi diceva senza ombra di dubbio che non ci saremmo più visti”. Ma per fortuna non è stato così. Sarebbero trascorsi solo pochi mesi prima di riabbracciarsi sotto lo stesso tetto.

Marco e Sara vengono così portati in una casa famiglia dove vengono accolti con il massimo delle attenzioni, della cura e dell’amore. Questo rende loro meno traumatico il distacco dalla loro mamma pur nella consapevolezza della gravità di ciò che stavano vivendo. “Ricordo che in quella circostanza non avevo alcuna voglia di giocare…sentivo che stava accadendo qualcosa di grave”.

I primi tempi, inutile negarlo, non sono stati facili per i due bambini, ma giorno dopo giorno, grazie alla sensibilità e alla presenza dei genitori affidatari Marco e Sara riescono a riconquistare una serena quotidianeità nel corso della quale mantengono un contatto con la mamma, che nel frattempo stava seguendo il suo percorso di riabilitazione. L’obiettivo: un veloce ritorno a casa con i suoi bimbi che la aspettavano fiduciosi.

A lavorare duro in questi mesi non è stata solo la mamma ma anche, nel loro piccolo, Marco e Sara.

“Io nel frattempo stavo lavorando sodo a scuola – dice – e ho già qualche risultato. Inoltre la casa famiglia non è poi così male: sto già pensando che mi dispiacerà lasciare i miei genitori affidatari perché mi sono molto affezionato a loro. Ma so comunque che anche una volta tornato a casa mia potrò tornare a salutarli”.

E così è stato. Dopo un anno di duro lavoro, fatto di pazienza, determinazione e supporto psicologico costantemente fornito dagli operatori della Casa famiglia e dei servizi sociali, mamma Donatella riesce a risalire la china e a riabbracciare i suoi bambini. Ora quel periodo di violenza e litigate è solo un lontano e brutto ricordo.

“Devo dire grazie alla mia mamma affidataria – conclude – che piano piano mi ha fatto capire il perché mi trovavo lì con loro”. Non sempre infatti ci sono parenti e amici pronti a sostenere nei momenti di difficoltà, ed ecco che arrivano loro, gli “angeli speciali” che ti tendono la mano e ti dicono “tranquillo, ci sono io a pensare a te. Sono il tuo nuovo amico”.

“Presto potrò riunirmi – conclude Marco nel tema – a mia madre. I miei genitori si sono separati ma posso vedere papà una volta a settimana con un educatore. Ora non mi sento più ‘diverso’ e ho tanti amici nuovi”. Ancora una volta la casa famiglia è stata la risposta giusta ai bisogni dei bambini, la cui serenità deve essere in cima ai pensieri degli adulti.

Una battaglia vinta questa di Marco e Sara che ora vivono felici con la loro mamma guardando fiduciosi al domani. Non negando né rinnegando quei mesi trascorsi i genitori affidatari.