Ancora morti nel Mediterraneo: una donna e un bambino vittime di un naufragio al largo della Grecia

sbarcoÈ di 2 morti, una donna e un bambino, e 10 dispersi, tutti giovanissimi, il bilancio provvisorio del naufragio di un’imbarcazione di migranti, avvenuto nel mar Egeo al largo delle coste greche nelle prime ore di martedì 21 gennaio. L’incidente, causato da un guasto meccanico, è avvenuto quando il natante era già a rimorchio, scortato da un vessillo delle Guardia Costiera ellenica. Secondo quanto riferito dai 16 sopravvissuti e dalla stessa Guardia Costiera, nel momento in cui il barcone si è capovolto, i suoi 28 passeggeri, 26 afghani e 2 siriani, erano ancora tutti a bordo. Gli scampati al naufragio si trovano ora sull’isola greca di Leros.

Quello di martedì è il primo incidente di questo genere nel 2014, ma purtroppo l’ultimo di una lunga serie il cui momento più drammatico è coinciso con la strage di Lampedusa del 3 ottobre scorso quando morirono più di 360 migranti.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, in un suo comunicato, si è detto “costernato” per quanto accaduto al largo delle coste greche e ha esortato “le autorità a indagare su questo incidente e sul motivo per cui queste vite siano state perse su un’imbarcazione che era già a rimorchio”, come dichiarato da Laurens Jolles, Delegato Unhcr per il Sud Europa. Il quale ha aggiunto: “I sopravvissuti devono essere rapidamente trasferiti in altre località, così da poter rispondere in maniera più adeguata alle loro necessità”.

Inoltre l’Unhcr ha chiesto all’Unione Europea e ai governi di collaborare “per ridurre il numero di morti di persone che intraprendono queste pericolose traversate nel Mediterraneo e nelle altre frontiere marine del mondo, continuando a rafforzare le operazioni di ricerca e soccorso ma anche attraverso la creazione di canali di migrazione legale alternativi a questi pericolosi movimenti irregolari”.

Le traversate del Mediterraneo avvengono solitamente nei mesi primaverili ed estivi, ma quest’anno, complici i conflitti in Siria e nel Corno d’Africa, stanno proseguendo anche in inverno, nonostante le condizioni meteo avverse.