Gli “angeli” dell’Emergenza Ucraina: Stela Vasluian, direttrice di Amici dei Bambini Moldova (2)

Dallo scoppio della guerra Ai.Bi. si è subito attivata per accogliere in Moldova i bambini e le famiglie in fuga dalla guerra. Per farlo, può contare su cooperanti e collaboratori che si spendono quotidianamente per portare sostegno, aiuto e speranza

Dopo aver ascoltato le parole di Giuseppe Chiorazzo, coordinatore delle attività in Ucraina del progetto Bambini per la Pace, il “viaggio” per conoscere più da vicino chi sono e cosa fanno gli “Angeli di Ai.Bi.”, che fin da subito dopo lo scoppio del conflitto sono in prima linea per aiutare bambini e famiglie colpite dalla guerra, prosegue incontrando Stela Vasluian, direttrice della sede di Amici dei Bambini a Chisinau, in Moldova, uno dei Paesi in cui si realizzano le attività del progetto #Bambinixlapace.
Qui, con l’arrivo quasi immediato, all’inizio della guerra, di migliaia di profughi, Ai.Bi., che era presente nel Paese già da circa 20 anni, si è subito attivata organizzando interventi di pronta accoglienza ai confini con l’Ucraina, sviluppando, poi, le operazioni presso il centro profughi “MoldExpo” e il centro “Casa della Libertà” a Chișinău; creando spazi protetti e a “misura di bambino” con attività di animazione e supporto psicologico;  nonché all’istituto di Carpineni, fornendo beni di prima necessità.
In Moldova ha preso vita anche il progetto del Ludobus della Pace, una ludoteca itinerante che ha portato animazione, colori e sostegno in molti villaggi del Paese.
La prima domanda a Stela parte proprio da qui:

In cosa sperano, oggi, i bambini ucraini che incontrate nelle ludoteche e nei villaggi moldavi?
I bambini ucraini sperano di poter tornare a casa il prima possibile. È anche questo uno dei motivi per cui molti di loro non vanno a scuola, qui in Moldova. Preferiscono fare i corsi online anche se non sempre è possibile, a causa dei bombardamenti e dei black out in Ucraina che impediscono ogni collegamento.
Tuttavia, quei minori ucraini che frequentano le nostre attività sono diventati più sereni e socievoli con i bambini moldavi: ormai conoscono qualche parola in rumeno e provano anche a salutarci, quando ci vedono, nella nostra lingua. Le loro madri mostrano di essere fiere dei propri figli e dimostrano anche grande rispetto e gratitudine per quello che ricevono.

È trascorso quasi un anno dal 24 febbraio, giorno in cui il conflitto in Ucraina si è allargato. Qual è l’attuale situazione dei progetti di Ai.Bi. in Moldova?
Fin dall’inizio della guerra, abbiamo garantito la nostra presenza sul territorio con diversi interventi rivolti ai bambini ucraini e alle loro famiglie in fuga dalla guerra e in cerca di un posto più sicuro per vivere. Nel concreto, abbiamo allestito un punto di distribuzione di cibo caldo alla dogana di Palanca, dove finora abbiamo distribuito circa 100.000 Travel Boxes. Abbiamo poi avviato un servizio di supporto psicologico al telefono, attraverso una Linea Verde dedicata alle donne ucraine e moldave che accusano problemi psicologici provocati proprio da questa guerra. A oggi circa 200 donne hanno beneficiato di tale supporto.

Il cuore del progetto è pensato, però, per i bambini…
Sì, abbiamo ideato e attuato un servizio totalmente dedicato ai bambini, per creare momenti di svago e di apprendimento attraverso una ludoteca itinerante, il Ludobus della pace. Dall’inizio della crisi, il Ludobus ha fatto numerose visite raggiungendo i villaggi più sperduti, lontani dalla capitale Chisinau, regalando momenti di gioco, di apprendimento e di svago a oltre 5000 bambini.
Allo stesso tempo, per quei bambini che si sono fermati, insieme alle loro famiglie, in vari centri di accoglienza, abbiamo aperto delle vere e proprie ludoteche, dove abbiamo organizzato attività di educazione non-formale nonché lezioni di apprendimento della lingua rumena, per oltre 300 bambini ucraini. In questo contesto, abbiamo offerto anche assistenza alimentare, prodotti igienici di prima necessità e materiale scolastico per quelle famiglie con bambini che hanno deciso di fermarsi in Moldova per un periodo di tempo più lungo.

Come sono cambiati gli interventi con l’evolversi della situazione?
Se all’inizio abbiamo agito in emergenza, spinti dalla grande volontà di aiutare, con il passare dei mesi le nostre attività sono diventate più organizzate e coordinate con le autorità e con le altre ONG presenti sul territorio, assecondando le necessità reali dei nostri beneficiari. Abbiamo adattato e reinventato molto le nostre attività, per renderle a misura di chi ne doveva beneficiare. Dall’altra parte, nel tempo abbiamo iniziato a lavorare anche con la comunità locale moldava, che risente tantissimo gli effetti della crisi in Ucraina.

Come ha reagito la popolazione moldava davanti a un flusso così importante di persone arrivate alle sue frontiere?
Nei primi mesi della guerra il popolo moldavo, credendo e sperando che la guerra finisse presto, ha aperto le proprie porte ai profughi ucraini, condividendo con loro casa, famiglia e anche cibo. Purtroppo, la guerra continua ancora e le riserve del popolo moldavo sono diminuite mentre la crisi economica ed energetica colpisce sempre di più nella fascia più vulnerabile: famiglie numerose, mamme sole, persone anziane… Si è verificato il rischio di scatenare dei conflitti tra le comunità accoglienti di moldavi e i profughi ucraini, che beneficiano di vari servizi offerti da parte di tante ONG locali e/o internazionali. Quindi la situazione sociale si è resa ancora più complessa, anche all’interno della stessa Moldova.

Quali sono le necessità attuali delle azioni di #Bambinixlapace?
Siamo innanzitutto grati a tutti i donatori che finora hanno permesso di realizzare tantissime cose qui in Moldova. Ora è importante continuare le attività del Ludobus e delle Ludoteche. I bambini hanno bisogno di momenti di socializzazione attraverso il gioco: tutti comprendono il linguaggio del gioco, non serve un interprete per far giocare assieme un bambino ucraino, un bambino moldavo e uno russo. Il gioco crea relazioni di amicizia e di pace.
Le famiglie che si fermano nel nostro Paese hanno ancora bisogno di un sostegno in termini di prodotti alimentari, vestiti e calzature caldi perché chi è arrivato lo scorso maggio / giugno non ha un cambio di abiti o calzature per l’inverno, né risorse finanziarie per poter mandare i figli a scuola. Sostenere la campagna #Bambinixlapace ci permette di soddisfare questi bisogni e superare questo inverno. EMERGENZA UCRAINA