Bambina abbandonata in auto: tragedia a Roma

È stata dimenticata dal papà nell’auto, parcheggiata davanti all’asilo nido in cui il genitore era convinto di averla portata. A Roma, un nuovo terribile caso di “Forgotten Baby Syndrome” che ha portato alla morte di una bambina di 14 mesi

L’hanno chiamata Forgotten Baby Syndrome perché, a tutti gli effetti, di una “malattia” si tratta: quella a causa della quale un genitore si dimentica il figlio piccolo nell’auto parcheggiata. In Italia è successo 11 volte che un episodio del genere abbia provocato la morte di una bambino.

Bambina abbandonata in auto per 7 ore davanti all’asilo

L’ultimo caso è quello di cui si parla su tutti i giornali, avvenuto alla periferia sud di Roma della Cecchignola: qui, un papà di 44 anni, carabiniere di professione, ha parcheggiato la sua Renault elettrica comprata nel febbraio di quest’anno davanti all’asilo nido in cui avrebbe dovuto portare la figlia di 14 mesi. Solo, che, dopo aver parcheggiato, l’uomo ha chiuso i finestrini, chiuso l’auto, ed è andato normalmente a lavorare, ignaro della tragedia che si stava consumando e che è stata scoperta 7 ore dopo, quando la mamma della bambina è andata all’asilo per riprenderla e, saputo che a scuola non si era presentata, ha realizzato nel giro di pochi minuti cos’era accaduto, avendo visto l’auto del marito nel parcheggio. Tornata velocemente verso di essa, ha visto la figlia nel seggiolino, apparentemente addormentata, ma in realtà già senza vita.

La terribile, e sconosciuta, Forgotten Baby Sybdrome

Il resto della vicenda è la terribile “routine” che scatta in questi casi, con l’indagine della procura nei confronti del papà della bambina per abbandono di minore, la presenza di uno psicologo a supporto della coppia e le domande che, in buona parte, rimarranno inevitabilmente senza risposta.
Perché sui motivi per i quali la FBS (Forgotten Baby Sybdrome) scatti, la scienza ancora non è riuscita a dare una spiegazione. Si è solo capito che si tratta di un deficit transitorio della memoria nel quale è come se saltasse un “passaggio” che porta il cervello a dare per fatte azioni che erano da compiere ma in realtà non sono mai state realizzate.
Se dalla scienza, dunque, una risposta ancora non c’è, un aiuto decisivo è arrivato dalla tecnologia, che ha sviluppato il sistema antiabbandono obbligatorio per legge dal 2020 se si trasportano in auto bambini minori di 4 anni. Le indagini dovranno chiarire se tale dispositivo era presente sul seggiolino della bambina e, se sì, perché non abbia fatto scattare l’allarme.
Un risposta che potrà fornire delle parziali risposte “tecniche”, ma che non potrà nemmeno lontanamente colmare quel vuoto inimmaginabile che si è scavato per sempre nell’animo di due genitori vittime anche loro di questa assurda tragedia.