Bambini che urlano in Chiesa? Spetta ai genitori fare un sacrificio!

Franco scrive:

Buongiorno, ho letto la notizia pubblicata sul sito dove si parla  di un parroco di Torino che ha vietato l’ingresso in Chiesa ai bambini che fanno chiasso.

Secondo me, un pò di equilibrio da parte di tutti non guasterebbe!

Sicuramente un bimbo che urla durante l’omelia, provoca disturbo e spetta ai genitori organizzarsi tra di loro in modo da evitare, sia in Chiesa che in altri luoghi pubblici, fastidi ad altre persone.

Anche io ho una figlia e, io e mia moglie, dopo alcuni episodi poco piacevoli, abbiamo deciso di andare a messa separati, finché la bambina non è cresciuta e ha capito la situazione e come comportarsi.

Grazie

 

Lisa TrasforiniCaro Franco,

la Chiesa è un luogo di culto basato sull’unione e la condivisione.

La famiglia è il centro su cui ruota la Chiesa, che è un punto di riferimento, oltre ad essere un luogo di supporto morale e di condivisione e, per talune persone, anche fonte di sostegno.

Per questi motivi è favorevole poter garantire a tutti i membri di essa la partecipazione alla Messa, per poter coltivare il proprio credo religioso, sia come singoli individui che come nucleo familiare, sottolineando l’importanza di poter condividere più esperienze insieme, che la vita frenetica di tutti i giorni non sempre permette.

E’ comunque altrettanto importante rispettare la differente sensibilità delle persone, che si dividono tra chi accetta il pianto di un neonato o la confusione di un bambino, e che invece richiede maggiore tranquillità e concentrazione.

In questi casi, caratterizzati da opinioni contrastanti, è opportuno ristabilire un equilibrio, ispirandosi, visto l’ambito messo in discussione, ai principi fondamentali della Chiesta: l’unione, la comprensione, la fratellanza e l’ascolto.

Grazie

Lisa Trasforini

(psicologa di Ai.Bi.)