Bambini in guerra: alla Siria il triste primato di paese più pericoloso per i minori

SIRIADal nostro inviato (Luigi Mariani) – Sono più di 23 gli stati in situazioni di conflitto armato dove i bambini sono costretti a subire le più atroci violenze: a rivelarlo, il Rapporto Annuale sui Bambini e i Conflitti Armati recentemente pubblicato dal Segretario Generale dell’Onu, nel quale viene anche confermato il triste primato della Siria come paese più pericoloso per i minori.

Nel 2013, bambini di ogni parte del mondo sono stati reclutati e utilizzati a fini militari, uccisi e mutilati, nonché abusati sessualmente e sottoposti ad altre forme di brutalità.

“Abbiamo documentato casi di bambini reclutati da almeno 7 forze armate nazionali e 50 gruppi militari attivi in conflitti in Repubblica Centroafricana, Sud Sudan, Siria e altre 11 nazioni” ha dichiarato Leila Zerrougui, Rappresentante Speciale Onu per i Bambini nei Conflitti Armati.

Se dei leggeri miglioramenti sono stati registrati in Ciad, dove il governo ha rinunciato ad assoldare minori nell’esercito, in Nigeria la situazione è precipitata, con il gruppo estremista Boko Haram che sembra aver preso di mira intenzionalmente i bambini, colpendo scuole e ospedali; a oggi, ancora nulla si sa delle numerose ragazze rapite nell’aprile scorso, il cui caso ha commosso il mondo e ha dato vita alla nota campagna sui social media intitolata #bringbackourgirls.

Ma il 2013, come detto, ha segnato un forte incremento delle violenze soprattutto in Siria e in Iraq, dove il conflitto è recentemente sconfinato e dove le Nazioni Unite hanno riscontrato violazioni sistematiche delle norme internazionali che tutelano i diritti dei minori. In particolar modo, è stata la rapida e decisa avanzata del nuovo gruppo jihadista Isis (Stato islamico dell’Iraq e del Levante), a creare nell’area un contesto di forte insicurezza ed estremo pericolo per i bambini: la rappresentante Onu Zerrougui sostiene di aver ricevuto a riguardo rapporti estremamente preoccupanti, con segnalazioni che richiedono reazioni immediate.

“Ciò che accomuna queste situazioni di conflitto è che i diritti dei minori continuano a essere violati nella più totale impunità ha dichiarato Zerrougui, che a maggio scorso aveva presentato un documento congiunto con Unicef, Unesco e Who (World Health Organization) per rafforzare la capacità delle Nazioni Unite di denunciare i casi di violenza, sensibilizzare la comunità internazionale e avviare un dialogo con i responsabili delle violazioni. “Se vogliamo davvero proteggere i bambini, dobbiamo pretendere maggiore responsabilità e impegno”. Parole giuste, che chiunque sottoscriverebbe; basteranno a fermare chi ha così poca consapevolezza della propria umanità, da essersi macchiato dei più gravi crimini che si possano concepire, quelli contro la purezza e l’innocenza dei bambini?

 

In questo momento, la popolazione siriana ha bisogno di tutto l’aiuto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

 

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.

 

Fonte: UN Children and Armed Conflict