Accogliere bambini affetti da malattie terminali: ” Almeno morirà fra le braccia di una mamma”.

Arriva dall’America la commovente storia di una coppia speciale che adotta bambini altrettanto “speciali”: la scelta di Cori e Mark, coniugi del Wisconsin, è quella di prendere con sé i piccoli senza famiglia affetti da malattie terminali, al fine di dare loro l’amore e il calore di cui ogni bambino ha diritto, per accompagnarli fino all’ultimo respiro.

“Almeno morirà fra le braccia di una mamma” è quanto andava ripetendo l’amico Don Oreste Benzi alle coppie in attesa di una adozione o di un affido, invitandole ad accogliere un bambino abbandonato in malattia terminale .

Ora questo invito è stato recepito , a migliaia di km di distanza, da Cori Salchert e suo marito Mark, due coniugi del Wisconsin, Stati Uniti d’America, che accolgono bambini “molto speciali”.
Sono piccoli affetti da malattie terminali, abbandonati dalle famiglie o che non ne hanno alcuna, quelli che i due hanno cominciato ad adottare dal 2013.

La prima bambina è stata Emmalyn nata senza emisfero destro né sinistro del cervello e morta dopo 50 giorni tra le braccia di mamma Cori.
È passato solo un anno dalla morte della piccola Emmalyn, che Cori e Mark hanno abbracciato Charlie, nato con un irreversibile danno al cervello a causa di mancanza di ossigeno, a cui i medici avevano dato al massimo 2 anni di vita.
E Charlie, invece, ha stupito tutti: di anni ne ha già compiuti tre.

Dalle loro storie, fatte di occhietti e manine che cercano abbracci, nasce il libro della speciale mamma adottiva: I will love you forever” (Vi amerò per sempre), in cui la mamma descrive la gioia e la tristezza di aver aperto i loro cuori, oltre che la loro casa, a questi piccoli dal tempo scandito da una malattia.

Si esprime così, mamma Cori: “I nostri cuori sono vetrate colorate. Queste vetrate sono costituite da vetri rotti che sono stati forgiati di nuovo insieme, quelle finestre sono perfino più forti e più belle per essere state rotte.”

Superare i suoi lutti e quelli di tutti i genitori con cui è in contatto non è impresa semplice ma, sostiene la donna, con la consapevolezza della presenza del Signore nelle loro vite, tutto è sicuramente più affrontabile e aggiunge: “morire è qualcosa che non possiamo cambiare, ma la capacità di affrontarlo bene è difficile e questo è meraviglioso”.

 

Fonte: universomamma.it