Bambini migranti: sono 3,5 milioni quelli che non hanno accesso a scuola. Il paradosso dell’Italia: famiglie aperte all’accoglienza, ma le istituzioni voltano le spalle

bambini-oms-81C’è un popolo intero della cui reale situazione il mondo non si rende conto. È il popolo dei bambini profughi: 3,5 milioni di piccoli rifugiati che non hanno accesso alla scuola e a condizioni di vita dignitose. Mancanze che li rendono ancora più vulnerabili alle discriminazioni, agli abusi e allo sfruttamento da parte dei trafficanti o costretti a matrimoni precoci e al lavoro minorile.

Tutto ciò avviene anche non lontano da noi, ma l’Europa sembra aver voltato le spalle a un fenomeno tanto drammatico quanto sempre più ignorato. Nei campi profughi di Lesbo, Atene e dell’Epiro, attualmente vivono oltre 50mila migranti, in fuga da guerre e povertà, rimasti bloccati in Grecia a causa dell’accordo tra Unione Europea e Turchia prima e della chiusura delle frontiere nel Nord Europa poi. Tra questi 50mila, costretti a vivere di fatto in centri di detenzione, edifici abbandonati o campi improvvisati, ci sono anche  migliaia di bambini a cui la vita del profugo riserva solo denutrizione e scarse cure mediche. Per molti di loro, soprattutto ragazzini giunti in Europa da soli, senza genitori o adulti di riferimento, a bordo dei tanti barconi che solcano a fatica il Mediterraneo, a tutto ciò si aggiungono lo stato di ansia e il grave disagio che derivano dalla quasi totale mancanza di informazioni su quello che riserverà loro il futuro.

Eppure, di queste migliaia di giovanissimi migranti che si trovano a dover sopravvivere all’interno di tendoni resi veri e propri forni dai primi caldi estivi, la nostra società sembra essersi dimenticata. Una recente indagine condotta da una organizzazione non governativa internazionale ha rivelato che, su 18mila intervistati, solo il 40% accetterebbe di accogliere un numero maggiore di bambini rifugiati nel proprio Paese. Nonostante la maggior parte ammetta che un problema di discriminazione per i bambini rifugiati o sfollati effettivamente esista. Da notare un paradosso in particolare: se da un lato il 77% degli intervistati ritiene che i piccoli profughi abbiano diritto all’educazione alla pari di qualsiasi altro minore, solo la metà di loro considera la scuola una priorità per questi bambini.

Il nostro Paese, però, nel nome dalla sua lunga tradizione di accoglienza, sembra pensarla in modo diverso: in Italia, infatti, la percentuale di cittadini che ritiene prioritario l’accesso all’istruzione anche per i piccoli migranti sale al 78%. Non a caso, infatti, più di 2mila famiglie italiane hanno offerto la propria disponibilità ad accogliere in affido un minore straniero non accompagnato, aderendo al progetto Bambini in Alto Mare di Amici dei Bambini, per un’accoglienza autenticamente a misura di minore. In Italia a essere insensibili al problema sono le istituzioni: che preferiscono continuare ad assiepare anche i giovani migranti soli  nei grandi centri di accoglienza, sempre al collasso e spesso fuori controllo, piuttosto che affidarli all’unica forma di accoglienza che si possa ritenere giusta per un minore, quella in famiglia.

 

Fonte: Corriere della Sera