Bambini in vendita “su misura”. L’appello per fermare la Fiera a Milano

Dopo la scoperta di Avvenire del suo prossimo arrivo in Italia, si moltiplicano le richieste di fermare la fiera “Un sogno chiamato bebè”, mercato dell’’utero in affitto e maternità surrogata

Un coro di proteste si è alzato all’indomani della diffusione della notizia, grazie a un articolo di Avvenire ripreso anche da Ai.Bi. News, del prossimo arrivo a Milano del salone “Un sogno chiamato bebè”, versione italiano di quel Désir d’enfant svoltosi a Parigi e visitato dall’autrice dell’articolo Carlotta Cappelletti.

Le proteste politiche contro il salone dei bambini su misura

Da Maurizio Gasparri a Mara Carfagna sono arrivate immediate e ferme prese di posizione che chiedono al Comune di Milano di chiarire le proprie intenzioni. Al centro della polemica c’è il fatto che, accanto alle pratiche consentite dalla legge e su cui “ufficialmente” il salone punta per presentarsi, all’interno dell’evento trovano spazio anche informazioni e realtà che propongono la maternità surrogata, pratica espressamente vietata in Francia come in Italia e molti altri Paesi d’Europa.
Una pratica, come affermato da Gasparri in una dichiarazione riportata da Avvenire, che “facendo leva sulla voglia di genitorialità sfrutta persone deboli, in questo caso soprattutto donne, e non ha alcun rispetto per la vita di bambini, trattati come un prodotto da banco”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Mara Carfagna: “Gli organizzatori probabilmente non sanno che la propaganda della maternità surrogata in Italia è un reato: non credo che il Comune, la magistratura e le pubbliche autorità potrebbero consentire una manifestazione di questo genere”. Ma le polemiche non arrivano solo da destra, anche esponenti del PD hanno espresso la loro perplessità.

Stessa presa di posizione, ovviamente, arriva da diverse associazioni come ProVita e Famiglia, così come dal capogruppo di Milano Popolare a Pallazzo Marino Matteo Forte che, come riporta il quotidiano La Verità, chiede al Comune di sapere “Con quali autorità hanno preso contatto gli organizzatori della fiera prevista per il prossimo maggio a Milano … Qualcuno si assuma la responsabilità e risponda”.

Una raccolta firme per fermare l’arrivo a Milano della fiera dei bambini “su misura”

Non mancano le iniziative popolari per fermare l’organizzazione di questo evento che, davvero, non solo appare contrario alla legge, ma tocca argomenti delicati e divisivi che andrebbero discussi, eventualmente, in altre e più appropriate sedi che non una fiera per forza di cose ambigua nelle sue stesse proposte.

Sul sito citizengo.org è stata lanciata una raccolta firme che in meno di due giorni ha già superato quota 13 mila. Chiunque, firmando con la propria mail, sottoscrive la lettera scritta dagli organizzatori della raccolta per il sindaco Giuseppe Sala.
Ecco il testo integrale:

Siamo venuti a conoscenza del fatto che è stato annunciato, sul sito dell’orribile fiera “Désir d’enfant”, che il 14 e 15 Maggio 2022 sarà prevista la sua versione italiana a Milano, con il nome di “Un sogno chiamato bebè”. Le ricordo che la pratica dell’utero in affitto e la vendita dei gameti sono reati molto gravi in italia (art. 12 della Legge 40/2004), puniti addirittura con la reclusione.

La stessa Corte Costituzionale ha recentemente riconosciuto che la maternità surrogata “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”.

La fiera “Désir d’enfant” rappresenta una vera e propria fiera degli orrori e dell’eugenetica, dove si commercializza a tutti gli effetti il corpo delle donne, la maternità, materiale genetico umano ma soprattutto la vita dei bambini.
Pretendiamo che non siano rilasciate concessioni per l’evento “Un sogno chiamato bebè” nel rispetto della legge italiana e che l’amministrazione del comune di Milano dia subito spiegazioni per quanto accaduto.

Per firmare QUI