Ogni minuto e 40 secondi un bambino viene infettato dall’AIDS. Ma nessuno sa quanti siano quelli che muoiono di abbandono

Griffini (Ai.Bi.): “Ci sono milioni di bambini che, nel mondo, sono invisibili anche per l’UNICEF. Sono i bambini abbandonati”

Lo sappiamo grazie all’UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia: ogni minuto e 40 secondi, nel mondo, un bambino viene infettato dall’AIDS. Numeri che fanno impressione e che, nell’anno della pandemia globale da Coronavirus, hanno spinto l’organizzazione a chiedere nuovamente ai governi di tutto il mondo un impegno per combattere il virus dell’immunodeficienza umana. Un morbo che ha colpito, lo scorso anno, 320mila minori, uccidendone 110mila. Eppure, se l’UNICEF è come sempre stata solerte a pubblicare i dati su questo dramma, ancora latita un dato fondamentale: quello dei bambini che, nel mondo, sono stati abbandonati e si trovano senza famiglia.

“Certo – dice il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini non è bello fare una gerarchia delle tragedie, delle sofferenze che i bambini vivono nel mondo. Bisogna però dire che, grazie all’opera di sensibilizzazione che è stata fatta nel tempo, oggi l’AIDS si può curare e anche guarire. Al tempo stesso, però, nessuno ha mai pensato di curare o sconfiggere l’abbandono. Che non è meno mortale dell’AIDS o, per parlare di qualcosa di contingente, del Coronavirus. Sì, perché di abbandono si muore. Muoiono, per esempio, i ‘care leaver’ che, terminato il periodo di istituzionalizzazione, si trovano dalla mattina alla sera ad affrontare il mondo del lavoro, degli adulti, senza il conforto di una famiglia: molti di loro finiscono nelle grinfie della droga, per via della disperazione. Molti si tolgono la vita”.

“Ecco che allora – prosegue Griffini – è necessario che questo enorme dramma dell’abbandono, che è la più terribile ingiustizia che possa capitare a un bambino, privandolo dei punti di riferimento, dell’amore, di quelle coccole fisiche e spirituali necessarie a farlo crescere sicuro e pronto ad affrontare la vita, sia combattuto. Per farlo servono anche dei dati, dei numeri che dimostrino i numeri di questo immane disastro, numeri che bene o male si conoscono per via di alcune stime, ma che ufficialmente non sono mai stati accreditati. Serve e urge una risposta. Non è possibile che, nel mondo, esistano milioni di bambini invisibili anche per l’UNICEF”.