Bari, il segnale forte della Chiesa: “Sostenere l’adozione e allargare gli orizzonti dell’accoglienza”

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Mentre la politica italiana sembra aver riposto nell’ultimo dei suoi cassetti, accuratamente chiuso a chiave, la Chiesa continua a operare nella direzione opposta, al fianco delle famiglie e dei bambini abbandonati. Se da un lato si parla di adozione, ormai, solo per trovare una strada per autorizzare la genitorialità anche alle coppie omosessuali, dall’altro l’attenzione resta puntata sulle difficoltà delle famiglie e sul diritto ad essere figlio, amato da una mamma e un papà, di ogni minore orfano o abbandonato.

Un segnale positivo a questo proposito è giunto da Bari sabato 11 ottobre. L’occasione è stata offerta dal convegno “L’adozione e l’affido”, organizzato dall’Arcidiocesi di Bari-Bitonto. Dalla Chiesa locale è giunto un forte impegno e invito ad accompagnare i coniugi desiderosi di prendersi cura di un minore privo di famiglia nella direzione della “vera” accoglienza, vissuta nel nome di Gesù. Per riuscirci, come ha sottolineato don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio per la Pastorale familiare della CEI, è necessario aprire un tavolo comune tra la Chiesa, le istituzioni e le associazioni. L’incontro organizzato dalla Chiesa di Bari, in questo, si è posto come diretta prosecuzione del convegno sull’adozione e dell’affido, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana e svoltosi a San Giovanni Rotondo nel mese di giugno 2014.

“Passare dalla cultura dello scarto a quella dell’incontro”. Questa è la parola d’ordine proposta da don Paolo Gentili, che ha invitato la comunità cristiana ad allargare gli orizzonti dell’accoglienza ai propri figli e familiari, favorendo il dialogo domestico, a cominciare da quello attorno alla tavola. E riscoprendo, in tal modo, il valore della genitorialità come dono, come amore da donare, senza dimenticare lo spirito di sacrificio.

Sembravano riecheggiare, nel corso del convegno barese, le parole pronunciate a inizio settembre dal segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana. “C’è una lentezza esasperante – aveva detto Sua Eccellenza monsignor Nunzio Galantino. Il discorso si ridimensionerebbe se sviluppassimo una cultura dell’accoglienza e lo Stato mettesse più cuore e testa. Sul piano strettamente logico, direi che si vuole giustificare una selezione, attraverso una distinzione che trovo assolutamente ingiustificata: quella tra coppie che adottano e coppie che chiedono l’eterologa” con le “tante coppie desiderose di adottare che stanno offrendo la loro sofferenza al Moloch della burocrazia.

In sintonia con il punto di vista della Chiesa, durante i lavori è intervenuto Antonio Gorgoglione, coordinatore regionale Ai.Bi. a tal fine con interesse sollecitato dal coordinatore dell’evento don Franco Lanzolla (Segretario Commissione Pastorale per la Famiglia e la Vita della Conferenza Episcopale Pugliese), presentando identità, finalità e servizi di Ai.Bi. Amici dei Bambini, nonché il carisma e la testimonianza dell’Associazione La Pietra Scartata. Attenzione puntata sull’emergenza abbandono: “Tutti siamo chiamati ad un deciso impegno per affrontare questa emergenza umanitaria – ha richiamato Gorgoglione –! Istituzioni, Chiesa, famiglie: l’abbandono è superabile aprendo gli orizzonti del nostro cuore, ma occorre assicurare maggiore attenzione alle coppie, che spesso vengono lasciate sole nel loro cammino di accoglienza e si vedono costrette a frenare la loro disponibilità ad aprirsi all’adozione sempre più spesso per motivi meramente economici”, mancando qualsiasi forma di sostegno a questa forma di genitorialità. A quando un intervento concreto e coerente anche della politica in questa direzione per assicurare pari dignità alla genitorialità adottiva?