Bari. Per il piccolo Luigi, abbandonato in una culla per la vita, è già gara di solidarietà

Le culle termiche, eredi della medievale Ruota degli esposti, sono una sessantina in tutta Italia

“Una grande emozione ieri mattina. Alle 8.15 ho sentito il cellulare che squillava e mi indicava che c’era qualcosa nella culla termica, sono arrivato sul posto e ho trovato un bambino. Mi sono accorto che è avvenuto una sorta di miracolo: qualcuno aveva lasciato lì il bambino, qualcuno voleva toccarlo perché eravamo pronti per la messa, ma abbiamo aspettato il medico del 118 che è arrivato dopo circa 10 minuti, ha preso il bambino e poi lo ha portato in ospedale”. A parlare così, intervistato da Fanpage.it, è don Antonio Ruccia, il parroco della chiesa di San Giovanni Battista a Bari che, nella mattinata di domenica, ha trovato il piccolo Luigi, lasciato lì da mamma e papà insieme a un messaggio in cui i due genitori spiegavano al piccolo che lo “ameranno per sempre”.

Bari. Il piccolo Luigi, abbandonato, e la lunga storia delle “culle per la vita”

Si tratta di una storia triste, quella di Luigi, che parla probabilmente di povertà, di paura. Ma anche di  un possibile riscatto. Un riscatto iniziato grazie a quella culla termica, collegata allo smartphone del parroco, che ha consentito che il bambino fosse trovato subito. Le culle termiche, o “culle per la vita“, sono una versione moderna e tecnologicamente avanzata della medievale Ruota degli Esposti: una struttura concepita appostamenti per permettere di lasciare totalmente protetti i neonati da parte della mamma in difficoltà nel pieno rispetto della sicurezza del bambino e della privacy di chi lo deposita. In Italia sono una sessantina, disposte in tutte le regioni. In Italia la tradizione delle culle “anonime” è stata avviata nel XII secolo e, nel periodo di massima diffusione, ce n’erano circa 1200 su tutto il territorio nazionale. Abolito il parto in anonimato nel ventennio fascista, le culle sono state reintrodotte nel 1992. La legge per il parto in anonimato in ospedale, approvata nel 2000, ha però ridotto il ricorso a questo strumento. Che tuttavia resiste. Come ne resiste il nobile intento, quello di dare un’altra opportunità a quei bambini di cui i genitori non possono prendersi cura. Ogni anno, comunque, sono 400 i bambini che non vengono riconosciuti dai genitori. Soprattutto per motivazioni di carattere economico.

Il caso del piccolo Luigi, che sta bene e che, nel frattempo, ha ricevuto anche la visita del sindaco Antonio Decaro, è ora seguito dal Tribunale per i Minorenni che ha avviato la procedura per l’affidamento. Momentaneamente del piccolo si stanno occupando gli addetti del reparto di Terapia intensiva neonatale di Bari. Come spesso avviene in questi casi è già partita la gara di solidarietà per l’adozione del piccolo. Anche l’Amministrazione comunale ha promesso di dare una mano.

Bari e il piccolo Luigi. Se abbandonato per motivi economici parroco pronto ad aiutare la famiglia

Tuttavia don Antonio Ruccia ha voluto anche offrirsi per aiutare i genitori naturali, qualora la loro decisione fosse avvenuta solo a causa di difficoltà economiche. “A loro – ha detto il parroco – mi sento di dire che se vogliono tornare indietro io mi preoccuperò, insieme a tutta la comunità parrocchiale, sia del bambino che della sua famiglia qualora dovessero aver preso la decisione di lasciare il figlio a causa di problemi economici”.