Barni (Co): l’adozione internazionale ha un futuro? A tu per tu con Marco Griffini

griffiniL’adozione internazionale è davvero al capolinea come sembra? Quali strategie si potrebbero attuare per ridarle vitalità e così salvare almeno una parte dei 168 milioni di bambini abbandonati nel mondo? Quanto le istituzioni del nostro Paese considerano realmente importante questo problema?

Di questi argomenti si parlerà sabato 19 aprile nell’ambito dell’incontro “Le adozioni nazionali e internazionali” che si terrà nella sala consiliare del Comune di Barni, in provincia di Como. L’iniziativa, che avrà inizio alle ore 16, è organizzata dall’Associazione culturale “CulturABarni”  e da Amici dei Bambini. Sarà proprio il presidente e fondatore di Ai.Bi., Marco Griffini, a condurre l’incontro e presentare il suo punto di vista sull’attuale situazione delle adozioni in Italia.

Negli ultimi anni, le adozioni internazionali stanno vivendo una crisi che pare inarrestabile, come testimoniano anche i primi dati emersi nel 2014. Nei primi 3 mesi dell’anno, infatti, si è registrata un’ulteriore diminuzione di iter adottivi completati, meno 43%, e anche il numero di coppie che chiedono di ottenere l’idoneità è crollato, facendo registrare un meno 30%. Tutto ciò non sembra motivato da un calo del desiderio di genitorialità, tanto che sono sempre più numerose le coppie che, evidentemente impaurite dalle complessità burocratiche legate all’adozione, preferiscono rivolgersi alle tecniche di procreazione assistita. Ma i recenti casi di cronaca, primo fra tutti lo scandalo legato alla fecondazione eterologa con lo scambio degli embrioni effettuato all’ospedale “Sandro Pertini” di Roma, ha ulteriormente gettato nel panico le coppie sterili.

Insomma, sia la fecondazione che l’adozione non sembrano più strade efficaci. Eppure, l’Italia è sempre stata ai vertici delle graduatorie mondiali in campo di adozione internazionale. Di questo passo, teme Marco Griffini, essa “morirà” nel giro di pochi anni. Come poter rimediare a questa situazione?

Qualche segnale positivo in questa direzione non manca. Il nuovo governo sembra essersi reso conto della gravità del problema, tanto da indurre il premier a prendere direttamente in carico la presidenza della Commissione per le adozioni internazionali, prima volta per un Presidente del Consiglio. È un passo avanti, quantomeno come assunzione di responsabilità, ma ciò che serve, secondo Ai.Bi., è una vera e propria riforma radicale del sistema.

Nel corso dell’incontro di Barni, Griffini presenterà i principi fondamentali della riforma proposta, imperniata su due pilastri fondamentali finalizzati a ridare speranza alle coppie. In primo luogo, un cambio culturale: la coppia è una risorsa e va accompagnata, non preventivamente giudicata, nel suo percorso di adozione. È necessario passare, quindi, da una cultura della selezione a una dell’accompagnamento. In secondo luogo, bisogna evitare che quello delle adozioni diventi una sorta di mercato, con ampie zone sommerse, fatte di pagamenti in contanti anche in nero: fissare dei costi fissi per qualsiasi Paese potrebbe rappresentare una prima soluzione a questo problema. Per ridare fiducia alle coppie e speranza ai bambini abbandonati del mondo.