Bellezza e potenza dell’affido: storia di Paolo diciassettenne inquieto e straordinario

Mio marito mi aveva detto che Paolo sarebbe stato inserito in una comunità per minori; non so cosa mi abbia spinto, di sicuro non la ragione, semplicemente l’ho guardato e gli ho detto: “e se lo prendessimo noi?”, da lì è partito tutto

Aprirsi all’accoglienza adottiva è un atto di umanità e generosità tra i più belli. Perché permette di donare una parte di se stessi ad un minore in difficoltà. Di amarlo come un figlio, pur avendo ben chiaro che un giorno, quando la tempesta sarà finita, occorrerà lasciarlo andare, pur rimanendo indissolubilmente legati l’uno all’altro.

Un percorso di affido, lentamente, con pazienza, con dedizione, può curare le ferite di un adolescente inquieto, alla ricerca di un “porto sicuro”, di certezze.

Lo racconta bene la storia di Emanuela Taloni, mamma affidataria di Paolo, ragazzo inquieto e straordinario, all’epoca, 4 anni fa, di 17 anni. La sua lettera che comunica al mondo la bellezza e la potenza dell’affido, è stata pubblicata sul web magazine Varese News, ve ne proponiamo alcuni stralci.

La meraviglia dell’accoglienza affidataria: l’incontro

“La sera del 17 agosto 2018, Paolo è entrato a far parte della nostra famiglia e delle nostre vite. Tutto è iniziato per caso, mio marito è un educatore e ad aprile 2018 ha iniziato a seguire questo ragazzino di 17 anni a domicilio, una sera di luglio torna a casa e mentre ceniamo mi comunica che Paolo sarebbe stato inserito nella comunità per minori nella quale lavorava, non so cosa mi abbia spinto, di sicuro non la ragione, semplicemente l’ho guardato è gli ho detto: “e se lo prendessimo noi?”, da lì è partito tutto, per prima cosa le chiamate alle nostre due figlie, per chiedere cosa ne pensassero, nonostante loro non vivessero più in casa era importante che tutta la famiglia fosse stata d’accordo, la loro risposta è stata unanime, “si facciamolo”.

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Certo gli inizi per Emanuela e per Paolo non sono stati di certo semplici, occorreva “annusarsi”, prendere “tempi” e trovare “misure”.

“Una sera di agosto mi ritrovo ad avere per casa un ragazzo di 17 anni, uno sconosciuto, con fare arrogante, rabbioso, mentalità da scugnizzo, incazzato con il mondo e soprattutto con gli adulti. Da subito però ho visto qualcosa in questo ragazzo che era l’opposto della maschera che indossava, della corazza che si era creato per difendersi. Quando Paolo è arrivato da noi era letteralmente a pezzi, il dolore lo soffocava, lo rallentava, non gli permetteva di respirare”.

Da lì ha inizio il viaggio. Difficile e meraviglioso.

 A Corrado, suo marito tocca il compito delle regole e dei paletti. A Emanuela quello della cura e dell’accudimento.

Paolo, a quel tempo frequenta un istituto professionale con risultati catastrofici. Emanuela lo segue, lo aiuta a studiare, accorgendosi così che nonostante le lacune, Paolo ha profondi interessi, come le materie umanistiche che lo appassionano.

La prima volta che siamo andati ai colloqui, siamo usciti sgomenti, gli insegnanti ci riportavano comportamenti pesanti, mi ricordo quando il professore di matematica mi disse che aveva paura a rimproverarlo e mi chiese se a casa non avessi timore delle sue reazioni. Io ci ho anche provato a dirlo ai professori, “non soffermatevi all’apparenza, provate ad andare oltre a quello che vedete, provate a capire cosa c’è dietro e dentro”.

Con noi Paolo non ha mai avuto comportamenti aggressivi, da subito è stato rispettoso nei nostri confronti e anche quando Corrado, a volte è stato molto duro, non ha mai reagito […] Lui aveva finalmente trovato degli adulti dei quali poteva fidarsi e questa cosa non gli sembrava possibile”.

È ora di cambiare scuola!

Alla fine dell’anno scolastico Emanuela e Corrado propongono a Paolo di cambiare a scuola, per andare in una più incline alle proprie attitudini, passare da un professionale ad un liceo di Scienze Umane.

“Paolo, sentendo che noi credevamo in lui, incredibile, qualcuno crede che lui possa farcela, decide di provarci, mio marito chiede un colloquio con il Preside e il vice Preside dell’Istituto “Manzoni” di Varese, gli spiega la situazione, dicono “è davvero difficile, deve sostenere 7 esami a settembre ma se vuole provarci va bene”.

Inizia così un’estate di studio intenso.

“Lui si impegna con tutto se stesso, non esce, rinuncia a passare le giornate e le serate con gli amici, il suo riscatto ha inizio, e dimostrerà a tutti (assistenti sociali e psicologa dei servizi, compresi, pensavano puntassimo troppo in alto) di essere una potenza, si presenta agli esami, li supera e su alcune materie riceve voti molto alti e i complimenti degli insegnanti”

Oggi, Paolo, terminato il liceo, frequenta con successo il primo anno di “Storia e Storie del mondo contemporaneo” all’Università dell’Insubria”.

Scrivere per liberarsi

Durante l’estate di studio, Emanuela, per cercare di far buttare fuori a Paolo i suoi tormenti gli suggerisce anche di scrivere. Lui inizia a farlo scoprendo un dono incredibile! Inizia a mettere i suoi testi in musica, a scrivere poesie e poi anche un libro dove racconta la sua storia.

“Paolo spesso ci ringrazia – racconta Emanuela- dice che gli abbiamo salvato la vita, io dico invece che siamo noi grati a lui per tutto quello che ci ha dato e per la bellissima esperienza che ci ha permesso di vivere, arricchendo la nostra famiglia”.

“Alle famiglie che vorrebbero vivere l’esperienza dell’affido ma che sono titubanti, che hanno paura, mi sento di dire che se noi ci fossimo soffermati a pensare non ci saremmo mai presi in casa un ragazzo di 17 anni, che ne combinava di tutti i colori, se ci penso ancora oggi, razionalmente è una follia… quella sera abbiamo agito d’istinto, sentivamo che era il momento e oggi posso dire che da quel momento, anche durante le difficoltà, che non ho raccontato ma che ovviamente ci sono state, non ho mai avuto neanche per un attimo il dubbio che non ce l’avremo fatta”.

 

Se sei una famiglia o un single e vuoi saperne di più sull’affido, Ai.Bi. organizza periodicamente dei momenti informativi via web condotti da famiglie che vivono o hanno già vissuto quest’esperienza. Vista la pagina dedicata QUI