Berlusconi, le adozioni non sono un bunga bunga!

Negli ultimi giorni, in seguito all’esortazione della Corte di Cassazione,  si è aperto un dibattito serio sulla possibilità di aprire o meno le adozioni internazionali ai single.

Quello che si è aperto non è certo un dibattito ideologico, ma determinato da un nuovo scenario di cui gli esperti sono ben coscienti.

Il mondo delle adozioni è radicalmente cambiato. Si assiste ad un aumento vertiginoso dei bambini abbandonati a fronte di una diminuzione delle coppie disponibili all’adozione. Nel 2003-2004, ad esempio, vi erano circa 145 milioni di bambini abbandonati, cifre ritoccate in aumento nel 2010 che hanno portato il numero a 163 milioni cioè, in cinque anni vi è stato un aumento di 20 milioni di bambini abbandonati. A fronte di ciò dal 2006, vi è stata una diminuzione delle famiglie disponibili. Se, infatti, nel 2006 erano circa 6.500 l’anno, nel 2010, sino al 30 giugno, erano 1.500. Tra il 2006 e il 2010 c’è stato cioè un calo di quasi il 50% e solo il 40% conferisce incarico.

Questo dato si riflette sull’elenco dei bambini abbandonati che quotidianamente vengono segnalati dai paesi di origine agli enti autorizzati alle adozioni.

I bambini abbandonati in lista di attesa, cioè per i quali i paesi d’origine stanno cercando famiglie o persone disposte ad accoglierle, ad oggi sono: in Cina più di 1.900, in Colombia 5.656, in Bulgaria circa 5.300, mentre in Perù sono 419.

In questo contesto le parole del premier Berlusconi, “mai concederemo le adozioni ai single”, stonano; sembrano strumentalizzare un tema, delicato ed importante, qual è l’adozione internazionale.

Le dichiarazioni del premier non vanno al nocciolo del problema che è la fuga delle famiglie dalle adozioni internazionali. Il Presidente del Consiglio ha pensato ai minori ancora costretti a vivere negli orfanotrofi?

Il vero problema da un lato è capire come adottare i bambini, senza strumentalizzare l’adozione internazionale a seconda della convenienza del momento, dall’altro rimotivare ed incoraggiare le coppie a ritornare alle adozioni internazionali.