Bolivia. “Perché non esiste il supermercato dei genitori?”

bimbo boliviano 1 200Avere un papà e una mamma. E’ il desiderio di tutti i bambini abbandonati. In ogni istituto del mondo ci sono sempre bimbi che si fingono forti e trattengono per sé bisogno di sentirsi amati, altri che questo bisogno lo palesano a ogni istante. E c’è chi come il piccolo Cèsar riesce non solo a non ‘vergognarsi’ del suo bisogno più profondo, quello di avere una famiglia, ma anche a lasciare senza parole gli adulti.

L’altro giorno la direttrice dell’Istituto Vìrgen de Fatima era impegnata in una riunione, interrotta bruscamente da una squadra di allegri bambini, di rientro dalla scuola. La direttrice ha colto l’occasione per distribuire a tutti le vitamine, sotto forma di caramelle di zucchero dal prelibato sapore di frutta. E nel frattempo ha esortato i bimbi presenti a non impossessarsi delle cose altrui. Mentre la direttrice raccomandava: “Se trovate una matita che non è vostra, andate dalla professoressa e le dite che l’avete trovata ma non è vostra”, “ Se trovate un maglioncino che non vi appartiene, andate dalla maestra e dite che l’avete raccolto ma non è vostro”, “ Se trovate un gioco che non è vostro, restituitelo al proprietario o consegnatelo all’insegnante”. Poi guardando negli occhi i piccoli ospiti, ha aggiunto: “Qualsiasi cosa di cui abbiate bisogno, l’istituto ve lo comprerà”.

César non se l’è fatto ripetere due volte. A voce ferma, ha chiesto: «Scusi, a me potete comprare dei genitori?“. La sua domanda ha lasciato gli adulti senza parole, mentre gli altri bimbi più piccoli ridevano, quelli più grandi si sono sentiti toccare nel profondo e presto si sono rabbuiati.

Purtroppo tra i bimbi che hanno bisogno di genitori, molti resteranno delusi dall’attesa. Cresceranno senza una famiglia. Ma c’è qualcosa che si può ‘comprare’ per loro. Ed è quel filo d’affetto chiamato speranza, la certezza di avere qualcuno che magari abita lontano, ma pensa a loro. Qualcuno che conosce i loro nomi, che è felice di vederli crescere anche solo in foto. Insomma, un ‘padrino’ o una ‘madrina’, come in Sud America vengono chiamati i sostenitori. Perché i tanti César realizzano da soli questo: “Se c’è qualcuno che paga per un progetto fatto su di me, vuol dire che io sono importante”.

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