Bolivia. La grande solitudine di Karina: in sette anni di orfanotrofio nessuno l’ha mai cercata

La madre è morta l’anno scorso, il padre è ancora in carcere. Ha sette fratelli e sorelle, un nonno paterno, ma da quando è arrivata all’orfanotrofio, nessuno di loro ha mai chiesto di lei. Ora, grazie al progetto “Sostieni a distanza i bambini di un orfanotrofio”, Karina può intravedere uno spiraglio di speranza

L’infanzia di Karina è stata segnata dalla paura e dall’assenza di amore.

La vita in famiglia

I suoi genitori si erano separati e lei viveva con il padre e le sorelle maggiori. Ma quella casa non era un rifugio, bensì un luogo di dolore.
Il padre era violento. L’alcol scorreva liberamente nelle sue giornate e, con esso, la rabbia che si abbatteva sulla famiglia.
Nel 2017, la verità venne finalmente a galla: l’uomo è stato arrestato per aver abusato di una delle figlie.
Costretta a trasferirsi dalla madre, la bambina sperava di trovare almeno un po’ di serenità. Ma la donna, consumata dall’alcol, non era in grado di occuparsi di lei.
La bambina quindi cresceva trascurata e abbandonata in una casa dove nessuno si preoccupava se avesse mangiato o studiato.
Fu la scuola a lanciare l’allarme: gli insegnanti, vedendola sempre più debole e trasandata, segnalarono il suo caso al Garante del Minore.

Una nuova vita in orfanotrofio

Così, Karina è stata accolta dall’orfanotrofio Amor de Dios Penny.
Inizialmente, era diffidente, spaventata, incapace di credere che qualcuno potesse davvero prendersi cura di lei.
Ma, giorno dopo giorno, la paura lasciò spazio alla fiducia.
Ora ha quindici anni e ha finalmente trovato un posto dove sentirsi al sicuro.
Condivide le sue giornate con altre ragazze che, come lei, hanno un passato difficile, e insieme si sostengono nei momenti di difficoltà.
Ogni mattina, si sveglia con un obiettivo chiaro: studiare, imparare, costruirsi un futuro diverso. Frequenta la scuola Virgen del Mar con grande impegno e responsabilità, consapevole che l’istruzione è la sua chiave per un domani migliore.

La solitudine dell’abbandono

Eppure, nonostante i passi avanti, la solitudine non l’ha mai davvero abbandonata. La madre è morta l’anno scorso, il padre è ancora in carcere. Ha sette fratelli e sorelle, un nonno paterno, ma da quando è arrivata all’orfanotrofio, nessuno di loro ha mai chiesto di vederla. Nessuno ha mai chiesto di lei.
Ma Karina non si lascia abbattere. Oggi, grazie al sostegno a distanza, ha la possibilità di sognare un futuro.

L’attesa di Jhuel e Magaly

Negli orfanotrofi in Bolivia, Jhuel Magaly stanno ancora aspettando qualcuno che possa accompagnarle nel loro cammino di speranza e di emancipazione attraverso un’Adozione a Distanza.
Leggi la storia di Jhuel e di Magaly.

Come aiutare i bambini abbandonati degli orfanotrofi in Bolivia?

Puoi contribuire alle attività promosse da Ai.Bi. con una donazione, cliccando qui.
Se vuoi dare continuità al tuo aiuto, stando vicino ogni giorno ai bambini degli orfanotrofi e ricevere periodiche notizie e informazioni su di loro, puoi aderire al progetto “Sostieni a distanza i bambini di un orfanotrofio”.

Infine se vuoi creare con Jhuel o con Magaly un rapporto unico ed esclusivo per accompagnarli attivamente nella crescita, puoi adottare a distanza uno di loro. Riceverai il suo dossier, potrai scrivergli, ricevere le sue foto e mandargli le tue, chiedere e ricevere aggiornamenti periodici, pensare a regali aggiuntivi per momenti particolari. E, perché no, andare anche a trovarlo.
Per richiedere informazioni sull’Adozione a Distanza clicca qui.
E ricorda: come ogni donazione, anche le Adozioni a Distanza di Ai.Bi. godono delle seguenti agevolazioni fiscali.