Bolivia. Superare l’abbandono: la preghiera dell’adozione

L’applicazione del concetto di sussidiarietà della adozione internazionale: Alex, un bambino di 10 anni ospite del centro d’accoglienza Jose Soria, prega di trovare presto una nuova famiglia. E viene esaudito con una splendida adozione nazionale

Operare in un Paese straniero con attività di cooperazione può significare diverse cose. Per Ai.Bi., da sempre, l’impegno prende una precisa direzione: quella di aiutare i bambini abbandonati a trovare una famiglia che, in prima istanza, è la loro famiglia d’origine. Spesso, infatti, le difficoltà cui vanno incontro i bambini derivano dalla povertà di mezzi, di educazione, di contesto… che le famiglie vivono localmente: attivare interventi che mirino a sostenere proprio le famiglie e il tessuto sociale locale è un modo per concedere ai minori le migliori condizioni possibili per poter crescere “insieme” alla loro famiglia.
Nei casi in cui, invece, il reinserimento nella famiglia d’origine non sia più possibile, l’obiettivo diventa quello di favorire al massimo l’adozione nazionale, trovando nuove famiglie che si prendano cura dei bambini facendoli rimanere nel loro contesto culturale più conosciuto e abituale. Solo in ulteriore istanza si apre la strada dell’adozione internazionale.

Alex e la sua preghiera per essere adottato

Va in questa direzione la storia di Alex, bambino di 10 anni ospite del Centro di Accoglienza José Soria in seguito a un salvataggio richiesto dal Giudice della Corte dei Bambini e Adolescenti di El Alto. Alex, infatti, era sotto la custodia della sua famiglia adottiva, la quale non si è presa cura di lui in modo appropriato. In seguito alle indagini svolte, il giudice ha ordinato al Garante per l’infanzia e l’adolescenza di soccorrere il bambino: quando Alex è entrato nel Centro di Accoglienza José Soria, a 9 anni, aveva molte domande: ricordava che fin da bambino era in un altro Centro di Accoglienza e chiedeva con insistenza allo staff di contattare la madre adottiva e i suoi fratelli, perché il suo il desiderio era quello di tornare da loro, non importava in quale situazione. Lo staff del Centro di Accoglienza Jose Soria ha reso noto al Giudice il caso di Alex, ma la famiglia adottiva si è presentata solo la prima settimana. In seguito, non si è più fatta vedere al Tribunale e il caso si è concluso con la dichiarazione di adottabilitá.

L’educatore di Alex ha riportato che il bambino chiedeva ogni sera nelle sue preghiere di avere presto una famiglia, consapevole che la sua non sarebbe più venuto a prenderlo. Le sue preghiere sono state così forti che, un giorno, è arrivata una richiesta da parte di una signora che si dichiarava disponibile ad adottare un bambino di 10 o 11 anni.
Lo staff del centro ha raccontato che il primo incontro di Alex con la madre adottiva è stato meraviglioso, perché è stato come se i due si conoscessero da una vita. Alex, ora, ringrazia Dio per averlo ascoltato e conta le ore per rivedere la sua nuova mamma e stare con lei per sempre.
La sua foto (fornita da Amici Dei Bambini e dalla collaborazione dei padrini italiani) sarà riportata nel suo album come una storia di vita.