Bologna. Il grido dell’abbandono: “L’adozione internazionale non può morire!” Veglia di preghiera promossa dai genitori adottivi e affidatari e dai loro figli

vegliaIgnorata da chi dovrebbe sostenerla, dimezzata in soli 4 anni e destinata a morire nel giro di altri 6, se le cose non dovessero cambiare. È l’adozione internazionale, fiore all’occhiello della società italiana, che ora rischia seriamente di appassire. I dati relativi al 2014 dicono che difficilmente si riusciranno a raggiungere i 2mila minori stranieri accolti: erano più di 4mila nel 2010. Tempi troppo lunghi, costi eccessivi, poca trasparenza, iter burocratici infiniti, sistema troppo selettivo: queste le tante difficoltà che scoraggiano sempre di più le coppie del nostro Paese a intraprendere la strada dell’adozione, l’unica che può salvare un minore privo dell’affetto di un papà e di una mamma. Intanto, 168 milioni di bambini abbandonati nel mondo aspettano di tornare a potersi sentire figli. Si teme, invano.

Per la salvezza dell’adozione internazionale, per gridare forte che l’accoglienza non può morire, Amici dei Bambini e la comunità “La Pietra Scartata” dell’Emilia Romagna hanno organizzato una veglia di preghiera, in collaborazione con l’Ufficio per la Pastorale della Famiglia della Diocesi di Bologna. La veglia si svolgerà domenica 28 dicembre a Bologna: una data non casuale, scelta appositamente in coincidenza con la festa della Sacra Famiglia. La cerimonia sarà presieduta da Sua Eccellenza Cardinal Carlo Caffarra, titolare della diocesi felsinea, che ha da subito espresso il suo pieno appoggio a questa iniziativa di sostegno all’adozione internazionale. Appuntamento quindi alle ore 16 presso la cattedrale di San Pietro, in via Indipendenza 9.

Lo spirito della veglia, a cui parteciperanno numerosi genitori e figli adottivi, è quello di ascoltare il grido dell’abbandono per nutrire ancora la speranza dell’accoglienza, vivere e superare la prova della sterilità, aprendo il cuore ad altre possibili forme di fecondità.

Le famiglie affidatarie e adottive, infatti, sono in grado di vivere il valore della fecondità in tutte le sue dimensioni, come spiega don Luigi Spada, assistente spirituale di Ai.Bi. Bologna e de “La Pietra Scartata” dell’Emilia Romagna. “Mi trovo a seguire questo gruppo di famiglie da circa 5 anni – ricorda don Luigi –: è un cammino spirituale di accompagnamento e nello stesso tempo di amicizia e di fraternità. La componente essenziale è la testimonianza, la vita cristiana nell’ambiente in cui queste famiglie vivono e si sentono pienamente inserite dentro le loro realtà sociali”.

La veglia sarà occasione quindi per sostenere e accompagnare le famiglie adottive e affidatarie anche con momenti di riflessione e di incontro sulle esperienze e le difficoltà attuali del mondo dell’adozione internazionale, ma anche sulla gioia che accogliere un bambino abbandonato porta con sé.

“Siamo io e mio marito a essere stati adottati da nostro figlio – spiega per esempio Sara, una mamma adottiva –. L’accoglienza è stata ‘al contrario’ anche perché in questo percorso i bambini ti fanno scoprire delle caratteristiche che tu pensi di non avere. Lungo il cammino ci sono momenti anche non brillanti e tristi, ma i momenti di gioia sono superiori. Non ha prezzo sentirsi dire ‘ti voglio bene’ ripetuto più volte durante la giornata e vedere che piano piano sfiducia e senso di abbandono se ne vanno.

Alla veglia sarà presente anche una delegazione degli Ai.Bi. Giovani, i volontari – figli adottivi e affidatari di Ai.Bi. e loro amici che sostengono la causa dell’accoglienza – impegnati prevalentemente sul fronte del disagio giovanile. Particolarmente preziosa sarà la loro testimonianza, racconti in prima persona di chi ha provato il dramma dell’abbandono e la gioia di tornare a sentirsi figli. Con la speranza che l’accoglienza non si fermi mai.