Brasile: non un padre naturale, né adottivo e neppure affidatario, ma “affettivo”

padre-e-figlioChe non bastasse mettere al mondo un figlio per essere padre, o madre, è risaputo da tempo. 

In alcuni casi, un genitore biologico non corrisponde necessariamente a chi, nel cuore, un figlio considera il proprio papà, o la propria mamma. Essere genitori va ben oltre la relazione di sangue. È qualcosa di più. È un invisibile filo che lega due persone che il destino ha voluto donare l’una all’altra, in un rapporto inscindibile in cui uno diventa il senso della vita dell’altro. E viceversa.

È quanto ci dimostra una storia venuta da lontano, di un ragazzino brasiliano della città di Cascavel, nel Paraná, che ha ottenuto dalla giustizia il permesso di aggiungere sulla propria carta di identità, il cognome del padre affettivo, con cui vive da 11 anni.  Avete letto bene: “padre affettivo”. Che non è quello che lo ha messo al mondo, ma è quello che quotidianamente si prende cura di lui come fosse un figlio. Che ogni giorno esercita la sua paternità nei gesti più banali e quotidiani: dalla preparazione della colazione, all’interesse per il percorso scolastico. Che si preoccupa, e resta sveglio la sera sul divano, in silenziosa ansia, finché il figlio non torna a casa sano e salvo dalle serate con gli amici.

La richiesta era stata avanzata a Sérgio Luiz Kreuz, giudice e membro dell’Istituto Brasiliano di Diritto di Famiglia, dal padre affettivo del ragazzo, nuovo compagno della madre da più di 10 anni.  L’istanza era stata accolta all’inizio del 2013, e il 20 febbraio la notizia era stata resa pubblica. Secondo il magistrato, l’autorizzazione concessa offrirà al ragazzo migliori condizioni di vita perché lo aiuterà nella definizione e costruzione della sua identità, non solo a livello anagrafico ma anche “esistenziale”.

Il ragazzo nella vita ha due padri, quello biologico, che vive lontano da lui, e quello affettivo, che gli è accanto nella vita. Aggiungere al cognome del primo, quello del secondo è un atto di riconoscimento di una duplice paternità, da valorizzare come ricchezza e da affermare anche legalmente. Attraverso il duplice cognome, infatti, il ragazzo godrà anche del doppio diritto ereditario da ambo i papà.

Il mantenimento del cognome del padre naturale è stato voluto dal figlio per una forma di rispetto nei suoi confronti e per dimostrargli di non volerlo escludere completamente dalla sua vita.