Brescia. “Ciao sono Tanja!…E mi sono ritrovata faccia a faccia con la donna che mi aveva partorito”

la notte delle adozioniAveva paura di scavare in un passato che avrebbe potuto non piacerle. Paura di tradire le persone che l’hanno cresciuta, educata e amata. Paura di essere rifiutata da chi, 32 anni fa, l’ha messa al mondo in un Paese Povero e segnato dalla guerra. Ma il desiderio di far luce sulle proprie origini dando un senso a ciò che le è accaduto l’ha spinta a salire in auto, percorrere 600 chilometri e bussare alla porta della donna che le ha dato la vita. Lacrime, parole incomprensibili, emozioni contrastanti e poi ancora lacrime hanno affollato i primi momenti insieme. E ora che è tornata a casa, dalla sua famiglia, la sua esistenza si è arricchita di risposte e nuovi affetti da coltivare a distanza ogni giorno. Dice di sentirsi più  forte, invincibile. E vuole condividere la propria storia con tutte le persone che, come lei, sono state adottate: sta cosi creando un gruppo di auto mutuo aiuto legato all’associazione “Ama” attiva da vent’anni in città e provincia.

Della sua storia ha scritto il Giornale di Brescia pubblicato lo scorso 09 febbraio.