Brescia: in questo ristorante i bambini sotto i 10 anni non possono entrare

bambini ristorante 200Da un lato alberghi e luoghi vietati ai bambini. Dall’altro animali domestici ‘venerati’ come bambini. E’ il paradosso della nostra società.

Dopo la categoria degli alberghi vietati ai bambini, da qualche tempo ecco che compaiono qua e là ristoranti che lasciano i più piccoli a stomaco vuoto.

Ha fatto notizia il caso di un ristorante bresciano che rivendica come ‘normale’ la decisione. «È una regola che abbiamo adottato 7 anni fa e i nostri clienti sono felici così, quelli a cui non piace possono andare da qualche altra parte». Nel ristorante-bar-pasticceria di Bagnolo di Mella infatti i bambini sotto i 10 anni possono entrare solo prima delle 21, dopo per loro è off limits.

La tendenza “no kids” (stop ai bimbi in locali, ma anche in altre situazioni), è un’importazione americana, arrivata nel nostro Paese da 3 o 4 anni. I ristoratori che hanno attirato su di sé recensioni poco lusinghiere da parte di alcuni siti specializzati in viaggi, avevano anticipato i tempi, e ancora prima, dal 2007, avevano sistemato un cartello di divieto che invita gli adulti ad essere responsabili e i bambini educati. «Questo fino alle 21 – dicono dal ristorante – perché dopo sono ammessi solo gli adulti».

Ma la verità è che non serve criticare i commercianti, se poi una esercito di clienti danno loro ragione. In un Paese che invecchia sempre di più, la gioia di vita dei bambini ormai non è tollerata. Ma la follia non si ferma qui.

cani_passeggino 200Nelle piccole e grandi città c’è sempre più la tendenza a  ‘bambinizzare’ gli animali. Prima si è iniziato a ‘battezzarli’ con nomi di persona, anziché con nomi di fantasia; poi è arrivato la mania sempre più diffusa di ‘vestirli’ con ridicoli cappottini alla moda; ultimamente la novità è costituita dai passeggini, per cani e gatti. Che peraltro danneggiano la salute dei quadrupedi (che si impigriscono) e il rapporto fido-padrone.

Capita sempre più spesso di vedere donne con passeggino aspettare di attraversare la strada. E tra donne magari ci si immedesima nelle fatiche di quella mamma, alle prese con pannolini e pappe,  e magari  viene spontaneo fermarsi per agevolarla almeno un po’.

Ma poi di fronte a  te che in orario di punta hai bloccato una fila intera di lavoratori, per non far respirare smog a quel bimbo che nemmeno conosci, ecco che dal passeggino fa capolino un cane che si gode placido la passeggiata.

E quella donna che sfila  così trafelata davanti ti appare all’improvviso ridicola. Niente contro i cani. Ma è assurdo immaginare come possano coesistere contraddizioni simili in uno stesso Paese. Da un lato i bambini che non possono entrare nei ristoranti (un tempo il disco rosso era per i cani), dall’altro sempre più famiglie composte di soli adulti che trattano da figli i propri animali domestici. E magari scelgono di rinunciare alla gioia immensa che solo un figlio può dare a una coppia.   

Fonte: Il Sole 24ore

 

(Fonte: Il Sole 24 Ore)