Calo delle idoneità: la “salvezza” dell’adozione internazionale dipende anche da ciascuno di noi

Raffaella scrive:

 

Buongiorno,

mi chiamo Raffaella e ho letto sul vostro sito internet la news pubblicata sul calo dei decreti di idoneità.

Io credo che la grave crisi economica che sta investendo il nostro Paese pesi sulle famiglie italiane in maniera sempre più grave. Conosco molte coppie che, per questo motivo, hanno dovuto lasciar perdere l’adozione internazionale e si sono orientate su quella nazionale. Altre rinunciano a presentare la domanda poiché l’incertezza del futuro, legata alla precarietà lavorativa, le trattiene dal fare passi azzardati.

Stiamo vivendo un vero dramma. Speriamo in una ripresa generale del Paese che faccia ritrovare alle famiglie la fiducia nel domani…

 

Grazie

 

 

Marco GriffiniCara Raffaella,

tutti noi viviamo questo momento storico con un senso di incertezza e di instabilità. Però non possiamo semplicemente e passivamente sperare che questo periodo passi, chissà quando o come.

Non possiamo stare fermi né stare semplicemente a guardare di fronte a tante coppie, che vorrebbero diventare mamma e papà, ma solo per mancanza di risorse o di certezze rinunciano al sogno di diventare genitori.

Non è una società civile quella che scoraggia le famiglie e l’accoglienza.

Se davvero crediamo che il diritto di ogni bambino sia quello di crescere con una mamma e un papà, in una rete familiare di affetto, dobbiamo darci da fare in prima persona.

Mi chiederà che cosa possiamo mai fare noi singoli cittadini.

Tanto per iniziare Ai.Bi. si è già mossa al fine di rendere le adozioni nazionali e internazionali più accessibili e gli iter burocratici meno lunghi e onerosi, ha stilato già da tempo una proposta di legge che punta, fra l’altro, all’abbattimento dei costi delle adozioni.

Questo Manifesto è stato firmato da più di 13 mila persone in tutta Italia ed è già stata depositata presso il Senato, grazie all’Onorevole Aldo Di Biagio, la proposta di legge sulla modifica della attuale legge sulle adozioni internazionali, che ha preso ispirazione proprio dal Manifesto.

Ovviamente non basta!

Dobbiamo tutti prenderci la responsabilità, se vogliamo che le cose migliorino, di promuovere tale Manifesto. Il primo passo è firmarlo sul sito ma un grande aiuto può essere farlo circolare fra quante più persone ci è possibile: amici, conoscenti, invitandoli a firmare e a sostenere questa campagna di sensibilizzazione di fronte a quella che è davvero la quarta emergenza umanitaria: l’abbandono dei bambini. Un grande aiuto ci può venire dai social network, Twitter e Facebook, e dal tam tam virtuoso, dal passaparola.

Se poi conosciamo un parlamentare o un senatore, cerchiamo di spiegargli la situazione delle adozioni internazionali e mostriamogli il Manifesto di Ai.Bi. affinché sia consapevole della difficoltà che il nostro settore sta affrontando e in modo che possa anch’egli sensibilizzare i suoi colleghi per poi votare a favore della riforma della legge sulle adozioni internazionali.

Dobbiamo dal basso cercare di cambiare in meglio le cose. Perché se non ci pensiamo noi che siamo sensibili alla causa dell’abbandono minorile e che ci battiamo da anni per il diritto di ogni bambino ad essere figlio, chi lo farà?

Marco Griffini

Presidente di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini