Calano i nuovi nati anche in Francia. Più che nuove politiche, serve una nuova fiducia

Tra i Paesi con le politiche più “a favore di famiglia”, anche la Francia deve affrontare una preoccupante denatalità. Forse è davvero arrivata l’ora di ripensare l’approccio alla vita, e non solo inventare nuovi incentivi economici e politici

Quando si parla di denatalità (ahimé, ormai da diversi anni), spesso si cita la Francia come modello di Paese le cui politiche hanno saputo aiutare le famiglie e, di conseguenza, evitare o, meglio, rallentare, il drastico calo dei nuovi nati che colpisce molti Paesi, Italia in testa.
Forse la cosa valeva in passato (secondo i dati più recenti la Francia ha pur sempre uno dei tassi di fertilità migliori dell’Unione Europea, con 1,66 figli per donna contro gli 1,21 dell’Italia), ma, oggi, i dati, ormai consolidati, certificano un calo preoccupante anche per i “cugini” d’oltralpe.

Francia: calo nascite

Già nel 2023, per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale il numero totale dei nuovi nati è stato al di sotto della soglia dei 700mila. Il 2024 ha confermato un ulteriore calo del 2,8%, fermandosi a 660.800 nascite, e gli ultimi dati dell’Istituto nazionale di statistica, con soli 317.340 bambini nati nei primi 6 mesi del 2025, hanno rincarato la dose con un ulteriore diminuzione del 2,2% rispetto all’anno precedente.
La tendenza è ormai strutturale, dunque, tanto che nel 2024 il Presidente Emmanuel Macron ha parlato della necessità di un “riarmo demografico”, auspicando una risposta collettiva di tutta la popolazione al problema. Tra le priorità indicate dal Capo dello Stato c’è anche la lotta contro l’infertilità maschile e femminile, ma il calo delle nascite, come in tutta Europa, è figlio di una pluralità di fattori: fisici, ambientali, politici, economici e non solo.

Quali soluzioni per una nuova primavera demografica?

Perché se è vero che quasi tutti i governi hanno provato a cercare una soluzione alla denatalità invocando principalmente leve politiche ed economiche (sgravi fiscali per le famiglie numerose, bonus, facilitazioni…), è altrettanto certo che, al momento, questi incentivi, da soli, non stanno dando i risultati sperati. E se il calo riguarda anche la Francia, che ha una delle rete di sostegno alla famiglia (non solo economica, ma anche a livello di politiche del lavoro e di welfare) tra le più sviluppate d’Europa, è evidente che per affrontare davvero il problema si debba agire anche e soprattutto sul piano culturale.

Fiducia nella bellezza della vita

Forse, è davvero arrivato il momento di promuovere e incentivare un differente approccio alla vita, nel quale i valori siano più importanti dei soldi. Proviamo a rifletterci un attimo: davvero, la leva decisiva per decidere di avere un figlio può essere un incentivo di, per esempio, 500 euro al mese per i primi 2 anni? Basta questo per dare alla propria esistenza e a quella della propria famiglia una svolta che è “per sempre”? Oppure è forse la fede nella bellezza della vita, il credere nel futuro, ciò che può fare la differenza? E non solo una bellezza che sia “per me”, ma una bellezza che sia anche per chi verrà dopo di me, per chi questo cammino virtuoso è chiamato a portarlo avanti senza dover sperare che la prossima legge di bilancio confermi un bonus mai grande abbastanza, ma con la certezza che valga la pena vivere e la varrà sempre, anche quando noi non ci saremo più.

Bambini abbandonati e figli

Ed è proprio questa fiducia anche quella che può dare la spinta decisiva per decidere di ridare il diritto di essere figli ai milioni di bambini abbandonati che ci sono nel mondo. Anche questa è una strada per tornare a “generare vita”, ma lo si può fare solo se si crede nel valore e nella promessa del futuro.
Un futuro i cui ingredienti per renderlo differente sono già presenti oggi. Snza voler passare per chi vuole semplificare eccessivamente la questione, se i milioni di bambini abbandonati che già esistono potessero cambiare la loro “definizione” in quella di figli… si avrebbero milioni di figli in più, e milioni di abbandoni in meno. Ora!
Certo, non pensiamo che dall’oggi al domani si possano fare milioni di adozioni, ma ancora una volta è il senso della prospettiva che deve cambiare, la lungimiranza che nasce dalla fiducia nella bellezza della vita. In fondo, a voler guardare, è tutto già qui.