Cambogia. L’Autorità Centrale convoca enti autorizzati e ambasciate

cambogia takeo 6 feb 2013  200Ha il sapore di una svolta storica, il Meeting informativo  fissato per il 26 febbraio 2014 a Phnom Penh. L’autorità centrale cambogiana, la CAIA (Central Authorithy for Intercountry Adoption) ha convocato enti autorizzati e ambasciate, e dalle informazioni che circolano tra gli addetti ai lavori, l’appuntamento sarà l’occasione per ufficializzare l’annuncio  della  riapertura delle adozioni internazionali in Cambogia.

A fine dicembre 2013 il viceministro per gli affari sociali  Nim Thoth, intervistato da Associated Press,  che in quell’occasione aveva dichiarato: “Posso dire che sicuramente garantiremo che il processo vada avanti nel 2014, il prima possibile”.

Il blocco delle adozioni in uscita dal Paese asiatico risale al 2009, e fu dovuto alla poca trasparenza che caratterizzava il sistema nazionale delle adozioni. Il sospetto è che i bimbi, specie quelli piccolissimi, fossero oggetto di una vera e propria compravendita. Queste preoccupazioni portarono già nel 2001 Paesi come la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti a vietare le adozioni dalla Cambogia.

Il Governo di Phnom Penh aveva eliminato il divieto all’inizio del 2013, ma la mancanza di meccanismi di protezione e di personale qualificato ha fatto slittare l’apertura delle richieste di adozione. Tra il 1987 e il 2009, ha riferito Nim Thoth, circa 3.800 bambini cambogiani sono stati adottati all’estero, soprattutto in Usa, Regno Unito, Francia e Italia.

C’è più di una speranza che questa volta non siano solo parole. La riapertura delle adozioni internazionali potrà offrire una seconda chance a migliaia i bambini che dal 2009 sono cresciuti in istituti, senza la possibilità di essere accolti in una famiglia. E per quelli che ormai sono adolescenti, la possibilità di essere adottati è purtroppo ridotta al lumicino.

Ai.Bi. è presente nel Paese asiatico fin dall’aprile 2006. Attualmente gestisce quattro asili – prossima l’apertura del quinto – che consentono alle donne cambogiane di lavorare, con la certezza che i loro bambini vengono accuditi con amore.  Un progetto che rientra nel sostegno alle famiglie fragili e nella prevenzione all’abbandono, su cui Ai.Bi. è fortemente impegnata nel Paese.