Cambogia: quando i fiori sono simbolo di sfruttamento minorile

Non c’é stop, incrocio o semaforo in tutta la cittá di Phnom Penh che non sia presidiato da disabili, anziani, donne incinte e bambini che chiedono qualche riel, un dollaro, del cibo. Impossibile non vederli, molto piú semplice ignorarli, girare la testa dall’altra parte, controllare il telefono o cambiare stazione della radio, anche se é difficile cancellare alcune immagini dalla propria testa. La maggior parte dei bimbi costretti dai genitori o da altri aguzzini a passare le giornate, e spesso anche le serate, agli angoli delle strade, cerca di vendere delle delicate e graziose collanine di fiori bianchissimi, che spesso si vedono appese agli specchietti retrovisori delle auto. Trascorrere l’infanzia in questo modo é giá di per sé un fatto estremamente grave e penalizzante, ma questi bimbi sono anche costretti a dare tutto quello che guadagnano con la vendita dei fiori agli adulti che li controllano e che gestiscono questo vero e proprio racket. Basta dare un’occhiata un po’ piú attenta al marciapiede che costeggia la strada dove vi trovate e si vedrá sicuramente un adulto, accucciato e magari nascosto dietro a un cespuglio, che ha con sé un grande secchio con dentro tutte queste collane pronte per essere vendute da piccoli sporchi, affamati e dai grandi occhi tristissimi. I bambini di strada che vendono questi fiori o altra merce, o che chiedono l’elemosina, rischiano anche di essere vittime di abusi sessuali, trafficking, incidenti stradali e scontri tra gang, e spesso i loro stessi familiari sono i perpetratori. Secondo la ONG locale Friends, sono circa 20.000 i bambini che lavorano per le strade della sola cittá di Phnom Penh. Ancora una volta, i bambini sono i protagonisti – vittime di adulti senza scrupoli, giovanissimi figli di un Paese in via di sviluppo che non riesce, e spesso non vuole, far sí che la sua corsa coivolga tutti i suoi abitanti, soprattutto quelli che, un giorno, potrebbero essere i promotori di un’ulteriore crescita, che ci auguriamo sará piú a misura di bambino.