Campania. È nata una nuova “razza”: i minori invisibili

REGIONIStorie di vita di migranti soli, giovanissimi, che spesso non conoscono il reale motivo per cui si trovano in una terra diversa dal loro paese natìo. Sono i minori stranieri non accompagnati, centinaia di bambini, adolescenti e ragazzi provenienti dal Sud del mondo che, una volta approdati sulle coste occidentali, troppo spesso diventano invisibili o vengono visti come problemi della società che invece dovrebbe accoglierli.

A loro è dedicato il libro “Fuori da casa. Migrazioni di minori non accompagnati”, frutto del lavoro di ricerca di Annalisa Di Nuzzo, antropologa dell’Università di Salerno, corredato da una prefazione del professor Domenico Scarfoglio.

“Fuori di casa” analizza il fenomeno dei minori immigrati in Campania e racconta la storia di bambini e adolescenti che vivono nei centri di accoglienza della regione, dove spesso soffrono di una sorta di “invisibilità sociale”, anticamera dell’emarginazione. L’autrice ha parlato con molti di loro, ospitati nei campi di accoglienza per minori di Napoli, Padula e San Potito Ultra, in provincia di Avellino e ne ha ricostruito biografie e frammenti di vissuto, storie spesso toccanti che restituiscono visibilità alle loro esistenze che troppo spesso vengono dimenticate. Le strade che essi percorrono, come emerge dai racconti di questi ragazzi, attraversano di frequente i territori dell’illegalità e della crudeltà, mentre dovrebbero passare sempre dall’integrazione. È con essa che, a detta dell’autrice, si capovolgerebbe il modo in cui l’Europa vede questi fenomeni migratori.

“Le migrazioni non possono essere percepite solo come apocalissi naturali – dice la Di Nuzzo –: queste schegge, apparentemente confuse e prive di significato, possono diventare silenziosamente e quotidianamente pezzi indispensabili per definire e arricchire l’infinito puzzle delle culture”.

Attraverso storie di approdi, fughe e asili, l’autrice descrive ciò che avviene nelle strutture deputate all’accoglienza dei minori non accompagnati. Ma non mancano esempi positivi con vicende di integrazione pienamente riuscite: ragazzi diventati italiani, capaci di costruirsi un’identità che poggia su una pluralità di appartenenze.

I minori non accompagnati censiti in Italia alla fine del 2011 erano 7.750, di cui 374 si trovavano nei centri di accoglienza della Campania, per lo più provenienti da Afghanistan, Egitto e Tunisia.

 

Fonte: la Repubblica/Napoli (23 febbraio 2014, p. IV)