Canada. Bambini dimenticati negli istituti: abbandonati dal mondo e dalla storia (aggiornamento)

Scoperta una fossa comune con i resti di 215 bambini abbandonati e dimenticati. Un dramma del passato che non fa nemmeno notizia, ma che, invece, dovrebbe richiamare, oggi, a una maggiore consapevolezza sul troppo spesso taciuto diritto di essere figli

Bambini abbandonati, dimenticati, nascosti come se non fossero mai esistiti. E anche quando, a distanza di anni, vengono scoperti i resti di 215 di loro, il riconoscimento che gli viene dato dura lo spazio di una notizia, nemmeno da prima pagina. Tutto, poi, tornerà come prima, con l’interesse del mondo richiamato da qualche più stringente polemica, da qualche scoop più effimero capace di eccitare le logiche dell’algoritmo e imporsi all’attenzione del mondo.

215 bambini abbandonati dal mondo e dalla storia. Anche di oggi

Per i bambini abbandonati, spazio non ce n’è. Non ce n’era nel secolo scorso, quando le scuole canadesi gestite della Chiesa strappavano oltre 150 mila bambini indigeni alle loro famiglie per “rieducarli” alla cultura dominante; ma non ce n’è poi molto anche oggi, quando ben si conoscono le condizioni dei bambini negli istituti, ma nemmeno l’Unicef stessa ha mai redatto un report in merito. Oggi che si ricordano i 30 anni della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ma ci si dimentica che per quanto riguarda il “diritto di essere figlio” siamo ancora all’anno zero.

Eppure, suscita giustamente indignazione la scoperta delle tracce di 215 bambini in una fossa comune nei pressi di quella che un tempo era la Kamloops Indian Residential School, in Canada, che negli anni Cinquanta arrivò a contare fino a 500 studenti e che nel corso dei decenni, come tante altri istituti di questo tipo, ha alimentato voci e sospetti su quanti bambini “sparissero” nell’omertà di abusi e violenze troppo a lungo taciute.

Oggi si cerca giustizia e verità. Giusto per il tempo di un articolo di giornale

Oggi le autorità promettono di provare a identificare quanti più possibili di questi bambini, e il premier Justin Trudeau parla di “scoperta straziante… Doloroso ricordo di un capitolo vergognoso nella storia del nostro Paese”. Tutto giusto, tutto doveroso. Come altrettanto doveroso sarebbe ricordare che i bambini abbandonati e dimenticati non sono solo un ricordo del passato, ma sono un dramma del presente che continua in tante parti del mondo; spesso anche molto vicine a noi. Eppure, si preferisce far finta di niente, relegando i pensieri al riguardo in una fossa comune in cui, evidentemente, è troppo doloroso guardare, se non per lo spazio di un veloce articolo di giornale. E a volte nemmeno quello.

Canada: il pensiero di papa Francesco per i bambini abbandonati (aggiornamento)

Anche Papa Francesco ha voluto dedicare ai bambini morti in Canada un accorato pensiero, espresso durante l’Angelus di domenica 6 giugno. Una notizia che il Pontefice ha definito “sconvolgente” e “scioccante”, che non può essere dimenticata in fretta, come si fa con le altre notizie di una cronaca che fagocita sempre più velocemente se stessa.
Il papa ha espresso al popolo canadese tutta la sua vicinanza, “affidando le anime di quei bambini morti e pregando per le famiglie e comunità autoctone canadesi affrante dal dolore”. “Le Autorità politiche e religiose del Canada  – ha proseguito il Santo Padre – continuino a collaborare con determinazione per fare luce sulla triste vicenda e impegnarsi umilmente in un cammino di riconciliazione e di guarigione. Questi momenti difficili rappresentano un forte richiamo per tutti per allontanarci dal modello colonizzatore e camminare fianco a fianco, nel dialogo, nel rispetto reciproco e nel riconoscimento dei diritti e dei valori culturali di tutte le figlie e i figli del Canada. Affidiamo al Signore le anime di tutti i bambini deceduti nelle scuole residenziali del Canada e preghiamo per le famiglie e comunità autoctone canadesi, affrante dal dolore. Preghiamo in silenzio.