C’è un’alternativa per chi non vuole lasciare la propria terra? In Siria sì

distribuzione ceste siria 2Sostegno a distanza Siria – Se neppure l’inverno ha frenato gli sbarchi, la primavera ormai alle porte e la successiva estate rischiano di trasformare l’emergenza migranti in una situazione sempre più insostenibile per le condizioni di vita degli stessi rifugiati. Evidente quindi la necessità di garantire, laddove possibile, condizioni di vita dignitose nei Paesi di provenienza dei profughi. Come Amici dei Bambini sta facendo in Siria, accogliendo il grido di migliaia di persone che, nonostante la guerra, non vogliono lasciare la propria terra. Ecco il senso della campagna di sostegno a distanza per la prevenzione dell’emigrazione Io non voglio andare via, nell’ambito del progetto Bambini in Alto Mare.

Una necessità ben spiegata dai numeri. Il ministero dell’Interno ha diffuso i dati aggiornati al 15 marzo. Dal 1° gennaio, gli arrivi di migranti in Italia sono stati 9.616, il 4% in più dei primi 2 mesi e mezzo del 2015. Di questi, 1.649 sono provengono dalla Nigeria, .1459 dal Gambia, 957 dal Senegal, 847 dal Mali, 832 dalla Guinea, per citare i Paesi più rappresentanti. A cui bisogna aggiungere tutti quelli – tra cui tanti minori stranieri non accompagnati – che hanno fatto perdere le proprie tracce.

Così, mentre il numero di sbarchi in Sicilia si avvia a superare quota 10mila, un altro fronte di possibili arrivi si è aperto a est.  È la rotta balcanica, dove i migranti trovano sempre più le porte chiuse da parte dei Paesi della regione e la loro fuga si va progressivamente trasformando in una trappola senza uscita, bloccati come sono in Grecia o in Turchia. Con tutti i rischi legati alla tratta e al traffico di esseri umani. Senza dimenticare tutti quei profughi che, in fuga dalla guerra, anziché la vita in Europa trovano la morte nel mar Egeo, in quei naufragi che fanno parte delle cronache di ogni giorno e che, con la primavera, rischiano solo di aumentare.

Per i tanti siriani che anziché tentare la via della fuga, coscienti dei pericoli a cui andrebbero incontro, preferiscono restare nella propria terra, oggi c’è una possibilità in più. È quella offerta dalla campagna di sostegno a distanza Io non voglio andare via di Ai.Bi. che vuole garantire alle famiglie e ai bambini siriani il diritto di poter continuare a sentirsi a casa nel loro Paese. Attraverso interventi di prima e seconda emergenza nelle zone di Aleppo e di Idlib, si intende assicurare l’assistenza alimentare a non meno di 12mila persone. Solo una parte, certamente, dei 6,5 milioni di sfollati interni – persone che non hanno più una casa, un letto e un fornello su cui scaldare un bicchiere di latte per i loro bambini – e dei 13,5 milioni in stato di necessità. Da qui l’esigenza di un supporto continuativo e non solo occasionale: quel supporto costante che si può garantire con un sostegno a distanza, un piccolo contributo per ciascuno di noi, ma capace di dare certezza nel presente e speranza nel futuro a chi vuole costruire la propria vita laddove ha la proprie radici.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore