Certo donne e bimbi vanno aiutati, ma con migliaia di migranti in casa non si rischia uno scontro di civiltà?

Ho pensato molto se scrivere quanto sto per scrivere anche su un sito in cui si aiuta la gente meno fortunata, ma ritengo di farlo, perché ritengo che certe cose vadano dette anche su questi siti, se uno li segue attentamente e le pensa, e mi auguro che questo commento non sia bannato. Condivido in pieno la necessità di dare una mano ai minori e alle donne arrivati in Italia, perchè sono le vittime di questa situazione assurda. Ritengo però che questa apertura totale ai profughi fomentata da Mare Nostrum, che li va a prendere fin quasi in Libia, sia folle e porterà al collasso l’Italia. Ritengo che fare entrare centinaia di migliaia di persone in modo incontrollato in Italia non porterà certo all’integrazione, ma ad uno scontro di povertà e di religione fra italiani ed immigrati ancora più accentuato. Purtroppo in questo momento l’Italia non può permetterselo. Penso che in mezzo alla gente disperata ci sia gente che l’integrazione non la vuole, anzi che cercherà lo scontro religioso…mare nostrum come un cavallo di troia per indebolire ancora di più cultura occidentale e cristianesimo, già così deboli in questi anni, per colpa nostra, qui in Europa. Con questa folle operazione di apertura agli sbarchi ci sono milioni di persone che attendono un passaggio per l’Italia alle porte dell’Africa. Siamo consapevoli di cosa significa tutto questo? 

Corrado

 

MORETTIGentilissimo Corrado,

non le nascondo che spesso mi trovo a confrontarmi con la mia coscienza e mi porgo gli stessi quesiti che lei ha riportato in maniera educata e corretta nella sua lettera a noi indirizzata. Mare Nostrum rimane un’operazione militare che ha come obiettivi la salvaguardia della vita delle persone in mare e assicurare alla giustizia quelle persone che lucrano sul traffico illegale dei migranti. E’ vero che dallo scorso ottobre il flusso migratorio è notevolmente aumentato, ma Mare Nostrum non è l’unica causa. Guardando i Tg e leggendo i giornali, possiamo verificare come i conflitti nel Medio Oriente e in Africa si siano notevolmente inaspriti. Mi riferisco alla guerra in Siria: la nostra stessa sede di Ai.Bi. è stata distrutta durante un bombardamento! I siriani che giungono in Italia proseguono il loro percorso fino al nord Europa per ricongiungersi a parenti, e questo è un dato di fatto. Ma non c’è purtroppo solo quello: Iraq, Gaza, e poi l’Africa: nel golfo di Guinea proseguono incessantemente i rapimenti e gli attentati di Boko Haram. In Somalia e in Kenya sono ripresi i conflitti con il gruppo insurrezionale islamista Al-Shabaab. La dittatura che vige da anni in Eritrea sta provocando ormai una fuga di massa. E così via, passando dal fallimento delle primavere arabe (Egitto e Tunisia in primis) e arrivando fino in Afghanistan, dove i talebani hanno ripreso ad imperversare in alcune zone. Per chi fugge da quelle terre, l’Italia è solo un Paese di passaggio; la destinazione finale è un’altra (Svezia, Germania, Norvegia, America). E’ proprio vero quello che diceva pochi giorni fa Papa Francesco: “Siamo nella Terza Guerra Mondiale, ma a pezzi!”. E come ogni guerra, ci sono sfollati, profughi, orfani, morti. Nulla di nuovo quindi, ma solo una manifestazione diversa rispetto a quello che sono state altre guerre nel corso della storia dell’umanità. Ecco, di fronte a questo scenario, mi rispondo con una domanda: io cosa posso fare? Davanti agli occhi di un bambino che ha attraversato il deserto e il Mediterraneo, io mi inginocchio, gli sorrido e lo accolgo. Ho deciso di lavorare per la pace, nel mio piccolo desidero portare la pace.

Diego Moretti 

Referente Nazionale Progetto BAM di Ai.Bi.