Che fine faranno le migliaia di richieste di adozione per Carmine?

trenoAll’infermiera a cui è stato affidato prima dei necessari controlli medici è bastato tenerlo in braccio per pochi minuti per decidere che quella creatura dovesse avere un nome “importante”: così ha pensato di chiamarlo Carmine, “giardino di Dio”. La storia del neonato abbandonato e trovato avvolto in una coperta di lana, all’interno di una busta rigida da supermercato, nel vagone di coda di un treno della Circumvesuviana diretto da Napoli a Baiano, nell’avellinese, ha fatto il giro d’Italia. E ora piovono richieste di adozioni, ma anche solo di informazioni sulle modalità con cui fare pervenire al piccolo indumenti e giocattoli.

La sua storia è un inno alla vita che resiste contro ogni disperazione e crudeltà. All’ospedale “Giuseppe Moscati” di Avellino, dove Carmine è stato portato subito dopo il ritrovamento, ma anche al Comune di Baiano, le telefonate da parte di coppie che vorrebbero adottare il piccolo si fanno sempre più numerose. Per il momento, il trovatello del treno ha trovato una “famiglia” provvisoria: quella dell’équipe medica del reparto di Neonatologia del nosocomio avellinese, che ha accolto e curato il neonato con una partecipazione che va al di là della mera professionalità, cercando di fare di tutto per donargli una culla vera e un ambiente familiare.

In queste situazioni non rare – spiega l’infermiera che lo ha preso in consegna al suo arrivo – medici e infermieri sanno come comportarsi, eravamo preparati anche se commossi per quanto avevamo appreso. Era nudo, sporco e maleodorante, tanto che abbiamo dovuto lavarlo 2 volte, ma stava bene. Dopo aver scelto il nome, abbiamo provveduto anche a battezzarlo”.

Ora si guarda avanti, al futuro di Carmine. Entro 10 giorni, se la madre non dovesse presentarsi, il Tribunale per i minorenni potrà stabilire i tempi per l’adozione.

Oltre al dramma del neonato abbandonato, però, c’è un altro aspetto che stupisce e dovrebbe far riflettere di questa vicenda. Il boom di richieste di adozione del piccolo è più unico che raro, come se Carmine rappresentasse un caso sporadico. Al contrario, invece, ogni giorno ci sono migliaia di bambini abbandonati nel mondo, la cui vicenda e la cui stessa esistenza passano sotto silenzio. Migliaia di bambini abbandonati a cui non viene dedicata neppure una riga sui giornali e la cui storia ovviamente resta sconosciuta. Ma non dovrebbe essere necessario venire a conoscere dai media la storia tragica di un bambino abbandonato per decidere di donargli una famiglia: l’abbandono in sé è già un trauma e dovrebbe bastare questo a invogliare a restituirgli il diritto di sentirsi figlio.

 

Fonte: “Il Mattino” (17 marzo 2014)