CHI SEI TU?

Un’altra neonata lasciata in una culla per la vita… accanto a lei queste semplici parole:
“Nata stamattina 3/05/2023. A casa solo io e lei (come in questi 9 mesi). Non posso, ma le auguro tutto il bene e la felicità del mondo. Vi affido un pezzo importante della mia vita, che sicuramente non dimenticherò mai”.

In questo biglietto possiamo leggere tutto l’amore, tutto il dolore e soprattutto il grandissimo coraggio di questa donna.
Torna violentemente il tema della SOLITUDINE, ed è questo che ci deve far riflettere.

Qualche anno fa, con la mia seconda figlia tra le braccia riflettevo sul chi potesse essere la donna che mi aveva donato la vita.
Eravamo in vacanza a una settima promossa da Ai.Bi. nella quale si parlava di aborto e donne che scelgono di abortire. Ricordo che c’era un laghetto attorno al quale fare delle passeggiate e con delle panchine per sedersi. Ero seduta su una di queste quando, a un tratto, si è alzato un forte vento e ho sentito il bisogno di scrivere queste parole:

“Chi sei?
Come hai fatto a scegliere di amarmi invece di cancellarmi?
Come ti sei sentita in quei momenti di solitudine quando da sola hai dovuto scegliere per me, piccola e indifesa, la strada della vita e non della morte?
Come hai reagito ad ogni mio movimento nel tuo grembo? Hai gioito? Hai pianto?
E quando nel momento del travaglio hai sofferto, hai urlato e poi… mi hai visto, cosa hai pensato?
Quando per qualche istante mi hai tenuto tra le tue braccia cosa hai provato?
Gioia…
Amore…
Sollievo…
Rifiuto…
Chi sei tu?”

Quella donna, con quelle poche parole, ha risposto a queste mie domande. Ecco CHI SONO IO:
“Sono una donna sola che è rimasta incinta di una piccola creatura con la quale ho condiviso per 9 mesi un pezzo di strada, dandole in quel periodo tutto il mio amore. Ma eravamo sole, LEI E IO.
Ora non posso prendermi cura di lei, come non potevo buttare via la sua vita quando LEI è entrata prepotentemente dentro di me.
Ma ora che è qui tra le mie braccia voglio darle tutto il MIO bene affidandola ad altri, non perché siano migliori di me, ma perché possano crescerla e amarla come avrei fatto io. Non dimenticherò mai il suo sguardo appena ci siamo viste, e so che un giorno capirà questo mio gesto, come so che mi odierà anche per averlo fatto.
Voglio solo che le venga raccontato che non è stata ABBANDONATA ma che ho voluto AFFIDARLA”.