Chiara e Roberto: “I bambini ‘speciali’ non fanno paura, anzi…”

martinelli“Quando li guardi negli occhi, l’amore è più forte di tutto e fa passare ogni dubbio”. Parola di Chiara e Roberto Martinelli, due giovani coniugi della provincia di Milano, per i quali il desiderio di dare un papà e una mamma a un bambino abbandonato è stato più forte di qualsiasi paura legata alle difficoltà di accogliere un minore con bisogni speciali. È questo lo spirito giusto dell’adozione: quello di non pretendere il figlio perfetto, ma di donare amore a chi non l’ha mai avuto.

La storia dell’adozione, per Chiara e Roberto, è cominciata ancora prima del matrimonio. “L’idea di accogliere un bambino non nostro – hanno raccontato nel corso dell’Open Day di Amici dei Bambini a Milano, il 27 settembre – è nata quando non eravamo ancora sposati. Volevamo avere una famiglia numerosa, con figli sia biologici che adottivi. I primi non sono arrivati, ma poco male”.

Nonostante la voglia di accogliere, che era tanta, le difficoltà non sono mancate. “Innanzitutto con gli assistenti sociali – ha ricordato Roberto – che ci hanno sconsigliato di adottare 2 bambini, dal momento che questi avrebbero potuto presentare delle patologie”. “Dopo essere stati ‘strapazzati’ da loro – ha aggiunto sua moglie Chiara –, stessa sorte ci è toccata con il tribunale. Che ha voluto dire, per noi, altre ansie. Avremmo avuto l’idoneità? Che cosa avremmo fatto se non l’avessimo ottenuta?

Il percorso adottivo di Chiara e Roberto è cominciato con altre 9 coppie, ma al ‘traguardo’ sono arrivate solo in 3. Le altre o non hanno retto allo stress o, nel frattempo, hanno avuto figli biologici e hanno rinunciato a proseguire questa avventura.

“Quando dovevamo scegliere l’ente a cui affidarci – hanno proseguito – e abbiamo incontrato Ai.Bi., per la prima volta non ci siamo sentiti giudicati. A quel punto la decisione era presa!”

Così, 10 mesi fa, dalla Cina è arrivata Ann Yeong. “Avevamo letto la sua storia nella rubrica Figli in Attesa sul sito di Ai.Bi. – hanno raccontato con le lacrime agli occhi Chiara e Roberto –  : non ci siamo soffermati un attimo a farci problemi sulla sua patologia. Anzi, abbiamo capito subito che proprio quella sarebbe stata nostra figlia”.

A fine agosto, Ann Yeong è stata operata e ora sta molto meglio. Un esempio incoraggiante per tutti coloro che invece temono gli sviluppi dell’adozione di un bambino “speciale”.

“Ancora dopo 10 mesi – dice oggi la sua mamma –, quando la vedo dormire nel suo lettino, riesco ancora a emozionarmi.